La Castelvecchi pubblica in questi giorni un romanzo di Federico Bonadonna dal titolo La cognizione del potere (2015).

Leggere questo romanzo, attualissimo, è come leggere la cronaca di quanto è accaduto nella capitale d’Italia proprio recentemente e posare lo sguardo sul connubio tra politici e criminalità di cui sta indagando la magistratura.

In questa storia, dove si possono “leggere” numerosi riferimenti a quanto accaduto recentemente,  il protagonista è Bruno Colacchi, il capo della squadra mobile, che deve indagare sull’omicidio di una coppia di gay che insieme al loro cane stavano facendo jogging lungo un percorso apposito nella periferia della città, un percorso che costeggia il fiume Aniene, vicino a vari campi di zingari e altri rifugiati extracomunitari. Il loro cane aveva tentato di difendere i due uomini ma anche lui era stato ucciso a bastonate, ma tra i suoi denti erano stati trovati tracce di sangue e pezzi di una camicia..

Nel contempo durante lo svolgimento di una convention per la nascita di un nuovo partito denominato Partito Riformista, il sindaco di Roma che la presiede, subisce un attentato e per le ferite riportate entra in coma.

Così Colacchi si trova a indagare sia su quanto avvenuto sia nelle vicinanze dei campi “rom” che sull’attentato al Sindaco.

In queste indagini avrà l’aiuto di un barbone che un tempo era un agente segreto. Colacchi passerà dalla melma dei campi rom ai pulitissimi uffici di uomini politici corrotti, assessori spregiudicati ma sarà seguito e controllato dalla mano invisibile dei servizi segreti.

Riuscirà a smascherare una clamorosa truffa ai danni dello Stato ma si ritroverà davanti a una difficile scelta: allearsi o no al lato oscuro del potere.

L’autore:

Federico Bonadonna ha scritto Il nome del barbone (DeriveApprodi, 2001) da cui Citto Maselli ha tratto il film Civico zero.    

Il suo cortometraggio Il vortice dell'anonimo è stato premiato ai festival di Torino e Imola. Dopo aver lavorato undici anni per il settore delle politiche sociali del comune di Roma, ha scritto il saggio Occasioni mancate. Dal 2011    vive in Etiopia dove lavora come antropologo.

Questo è il suo primo romanzo.

La “quarta”

Roma. Superati i cinquant'anni il commissario Bruno Colacchi è sull'orlo       di un crollo psicologico: il suo matrimonio è in crisi e la sua vita a un bivio. Nemmeno il caso di una coppia assassinata sulle rive fangose del fiume Aniene, vicino a un campo rom, lo aiuta a riconciliarsi con un lavoro che non ha mai amato.                                    

Il sindaco della capitale Vladimiro Sciti, astro nascente del nuovo Partito riformista, vuole sfruttare questo omicidio per andare a elezioni anticipate e diventare premier grazie a un patto scellerato con il centrodestra. Ma un attentato tragico e spettacolare sconvolgerà per sempre il futuro dell'intero Paese.                                     

Questa è la storia di un'indagine che si addentra nei meccanismi del potere capitolino e dell'emergenza sociale. La ricerca di Colacchi rivelerà il terribile segreto nascosto nei centri per l'assistenza di rom, rifugiati e migranti che una classe politica corrotta in sodalizio con la criminalità organizzata cerca di occultare.                                            

Inquietante e feroce. La cognizione del potere è un libro che svela la natura intima di un elemento che pervade la vita di ognuno di noi: la politica.                                               

La cognizione del potere di Federico Bonadonna (2015)

Castelvecchi, collana Narrativa, pagg. 235, euro 17,50