Divier Nelli è un autore complesso e raffinato, che fa della sperimentazione e dell’esplorazione dei diversi generi letterari il suo marchio di fabbrica. E’autore di svariati romanzi e racconti, curatore di antologie e insegnante di scrittura creativa. Ma sopra ogni cosa è una persona in grado di raccontare storie, di trasmettere emozioni attraverso la pagina scritta. Cosa che gli riesce perfettamente in Coma, il suo ultimo romanzo, edito da Gallucci (così come il precedente Amore Dispari, 2013). Si tratta di un thriller psicologico teso e dinamico, affilato come un rasoio, che indaga l’animo distrutto e profondo di una donna con un passato traumatico, ma che riesce a gettare una luce tremolante e inquietante sui luoghi oscuri dell’essere umano, su quelle pulsioni primordiali e istintive di odio e amore, desiderio e vendetta.

Catturati dalla tensione che pervade ogni pagina del romanzo, non abbiamo resistito alla tentazione di porre qualche domanda al suo autore, cercando di capire qual è la genesi delle sue storie, l’evoluzione di personaggi tanto complessi e reali, dolenti e profondi.

In questo tuo nuovo romanzo assumi il punto di vista di una donna, Claudia Volpi, cercando (e riuscendo) a tratteggiare un animo scosso e fragile. Ma chi è in realtà Claudia? E quanto è stato difficile assumere la “voce” di una donna?

Claudia è una donna che ha privilegiato la carriera universitaria a scapito della vita sentimentale. Tutto questo ha un costo, e ha influenzato le sue azioni fin da giovanissima. Credo sia sempre difficile assumere una “voce”, renderla credibile, verosimile, soprattutto se di sesso opposto al nostro. In questo caso mi trovavo di fronte un personaggio che aveva perso completamente la memoria, quindi anche più impegnativo del solito.

In passato ti sei cimentato in diversi generi letterari. Qual è quello a cui ti senti più affine?

Non ce n'è uno che preferisco. Mi piace cambiare, contaminare, sperimentare e continuerò a farlo. La tensione però ci deve sempre essere, è la costante in tutto quello che scrivo.

Cosa cambia del tuo stile di scrittura quando ti approcci a una storia nuova e di un diverso genere?

Il mio stile è più o meno sempre lo stesso. Cerco di essere chiaro e semplice, essenziale, non voglio che il lettore fatichi. Più che altro cambia l'impostazione, il ritmo, oppure il montaggio di certe scene.

Sei anche un insegnante di scrittura creativa. Quali sono i tuoi piccoli e grandi segreti? Quando, dove, come scrivi?

Non penso di avere dei segreti. Scrivo ogni giorno, a casa, ma non ho problemi a farlo anche in altri posti. Quando sono fuori per qualche impegno, penso di continuo alla scrittura, rifletto sulla storia, cerco di visualizzare le scene. Così l'indomani non mi resta che aprire il mio file e riprendere il lavoro dove l'ho lasciato.

Diverse tue opere sono ambientate in Versilia (tua terra di origine). Quanto c’è di te e di quello che ti circonda nelle tue storie?

Credo ci sia molto. Sono convinto che si possa scrivere bene solo di ciò che si conosce bene. E anche se le storie le fanno i personaggi, alla fine involontariamente qualcosa dello scrittore resta sempre impigliato fra le righe.

“Coma” sta ottenendo un grande successo di pubblico e di critica. Come valuti la cosa dal personalissimo punto di vista dell’autore e come ti motiva il riscontro positivo?

Ho da poco saputo che è alla seconda ristampa in quattro settimane, e ovviamente ne sono molto contento. Si tratta di un forte stimolo per il mio lavoro, e continuo sulla strada si sempre. Racconto delle storie e cerco di farlo al mio meglio.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho pronto un romanzo, e uno lo sto scrivendo. Sono molto diversi fra loro e da quello che ho fatto finora, sono anche più lunghi. Ma non voglio fare anticipazioni, nemmeno sul genere, lasciamo un po' di suspense. Poi dovrò scrivere un racconto giallo che uscirà nell'estate 2015.

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