Arriva al numero 74 la collana Il Giallo Mondadori Speciali curata dal fido Mauro Boncompagni, e questa volta i tre romanzi presentati hanno per filo conduttore il tema Tre donne del mistero, in edicola da dicembre.

Ecco il menu di questo piatto prelibato:

Gli occhi verdi del gatto (Clouds of Witness, 1926) di Dorothy L. Sayers - Traduzione di Grazia Maria Griffini (da “Il giallo Mondadori” n. 2748, settembre 2001). Apparso in Italia originariamente come Il gatto dagli occhi verdi ne “I Libri Gialli” n. 46 (1948) in traduzione anonima.

Per l’investigatore dilettante lord Peter Wimsey, salvare lord Gerald Wimsey dall’accusa di aver ucciso il fidanzato della sorella è un’impresa quasi disperata. Ma nonostante le prove a carico crede nell’innocenza dell’imputato: dopotutto è suo fratello. Sperando di non dover scoprire che il vero colpevole è un altro membro della famiglia...

Delitto d’annata (Vintage Murder, 1937) di Ngaio Marsh - Traduzione di Oriella Bobba (da “Il Giallo Mondadori” n. 2231, novembre 1991).

Strani eventi funestano la tournée neozelandese di una compagnia teatrale. Ma quando l’impresario rimane vittima dell’ennesimo “incidente”, tutto fa pensare a un omicidio. Caso vuole che si trovi sul posto l’ispettore Roderick Alleyn di Scotland Yard, in viaggio di piacere. E sarà appunto un piacere, per lui, raccogliere la sfida dell’assassino.

La scheggia (The Splinter, da “Ellery Queen’s Mystery Magazine”, settembre 1955) di Mary Roberts Rinehart - Traduzione ignota. Apparso in Italia originariamente ne “I Gialli di Ellery Queen” (Garzanti) n. 72, dicembre 1955.

Un bambino è sparito nel nulla da tre giorni, quando sulla soglia del veterinario Mitchell si presenta un altro bambino con il cane del piccolo Johnny. L’animale, zoppicante, ha un problema a una zampa: un indizio che forse può aiutare a risolvere il mistero di quella scomparsa. E a formulare un’ipotesi spaventosa.

Dall’Introduzione del curatore Mauro Boncompagni:

Nel genere poliziesco, va detto, non c’è mai stato bisogno di quote rosa. Qui le donne si sono imposte con autorevolezza sin dall’inizio, sfornando romanzi e racconti che sono stati accolti favorevolmente da pubblico e critica e che, almeno in molti casi, sono finiti per diventare delle vere e proprie pietre miliari nella storia del mystery. Metta Victoria Fuller Victor, per esempio, ha pubblicato nel 1867 il primo romanzo giallo americano scritto da una donna, The Dead Letter, con lo pseudonimo di Seely Regester, a poco più di un paio di decenni di distanza da quello che è tutt’oggi considerato il racconto con il quale è cominciato il genere poliziesco, I delitti della rue Morgue di Edgar Allan Poe. Col suo Il mistero delle due cugine (The Leavenworth Case, 1878), Anna Katharine Green si è poi inserita felicemente nel solco del giallo al femminile, dando inizio a una tradizione cospicua e sontuosa che negli anni seguenti è stata arricchita da calibri come Mary Roberts Rinehart e Agatha Christie, Mignon G. Eberhart e Margaret Millar, su su fino a regine del poliziesco ancora operative come P.D. James e Ruth Rendell.

Tre donne del mistero a cura di Mauro Boncompagni (Il Giallo Mondadori Speciali n. 74), 490 pagine, euro 5,50