Atteso e gradito ritorno per la commissario capo della Mobile di Genova Erica Franzoni, il celebre personaggio di Annamaria Fassio. Il Giallo Mondadori n. 3112 porta in edicola questo mese L’oro di Sarah.

Dalla quarta di copertina:

Lo scheletro è quello di una ragazzina, quindici anni al massimo. Così risulta dalle analisi della dentizione e delle ossa del bacino. I resti sono tornati alla luce durante i lavori per il G8 di Genova, in una cantina che in tempo di guerra era usata come rifugio antiaereo. Al lontano 1944 sembra appunto risalire la morte, per il crollo di un palazzo sotto un bombardamento. Tutto chiarito, inchiesta chiusa. Ma per Erica Franzoni, commissario capo della squadra Mobile, il caso merita qualcosa di più. I pochi reperti dimenticati dentro una scatola nell’archivio della Scientifica suscitano dubbi e interrogativi. E dall’Italia dell’occupazione nazista, delle leggi razziali, con le famiglie ebree in fuga e gli sciacalli in agguato, risorgono sospetti infamanti la cui ombra si proietta sull’oggi. Ci sono colpe che non si estinguono, e si può fare giustizia anche sessant’anni dopo. Sì, da Erica quella ragazzina senza nome aspetta la verità. Senza la quale non esiste memoria.

Ecco l’incipit:

Ha un viso bello, da bambina. Grandi occhi scuri, pelle bianchissima e lunghi capelli ramati. È vestita da signorina. Il vestito è grigio di stoffa molto leggera, le scarpe hanno la zeppa di sughero. È la prima volta che porta i tacchi e ha paura d’inciampare, allora si sfila i sandali e così a piedi nudi, un gradino alla volta, tenendo la mano sul muro, scende verso il rifugio. Le scale sono al buio ma qualcuno dietro di lei ha una torcia ad acetilene e qualcosa si riesce a vedere: il corrimano rugginoso, un pezzo di parete mangiata dalla lebbra dell’umidità, una porta sprangata.

Alle sue spalle la gente preme e lei ha l’impressione di venire risucchiata e sparire in quell’inferno.

È una delle prime a entrare. L’aria sa di muffa e umidità, un odore forte che ricorda i treni e i binari. Fioche lampadine illuminano la cantina che a sud si perde nell’oscurità. Qualcuno ha detto che a percorrerla tutta si arriva al mare. Lei adocchia una nicchia dove rifugiarsi in attesa del cessato allarme e corre in quella direzione. È convinta che se solo riuscisse a infilarsi nel pertugio sarebbe salva. Finalmente si appiattisce contro il muro umido e irregolare. Qui l’odore di muffa è frammisto a quello del salino e la ragazzina si dice che il mare deve essere davvero molto vicino. Per una ragione che le è oscura questo pensiero la conforta. Sorride e pensa a cosa succederà al cessato allarme. Il suo vestito grigio si è sporcato ma lei non ci fa caso. Forse basterà metterlo ad asciugare perché la macchia sparisca.

Annamaria Fassio è nata a Genova. Dopo numerosi lavori, tra cui quello di tecnica istologa presso l’Università, ha insegnato nel capoluogo ligure dove per oltre dieci anni ha tenuto corsi di scrittura creativa per insegnanti e bambini. Si è occupata anche di teatro. Attualmente è in pensione. Vincitrice nel 1999 del Premio Tedeschi con il romanzo Tesi di laurea (Il Giallo Mondadori, n. 2654), ha scritto poi I delitti della Casa Rossa (Il Giallo Mondadori, n. 2749), Biglietto di sola andata (Il Giallo Mondadori, n. 2804), Una città in gabbia (Il Giallo Mondadori, n. 2833), Povera Butterfly... (Il Giallo Mondadori, n. 2859), Maria Morgana (Il Giallo Mondadori, n. 2886), Una vita in prestito (Il Giallo Mondadori, n. 2920), Gangster (Il Giallo Mondadori, n. 2960), Shanghai (Il Giallo Mondadori, n. 2986), Santiago 544 (Segretissimo, n. 1568), Di rabbia e morte (Il Giallo Mondadori, n. 3038), Terra bruciata (Il Giallo Mondadori, n. 3058) e Controcorrente (Il Giallo Mondadori, n. 3087). Annamaria Fassio è stata pubblicata anche in Germania.

L’oro di Sarah di Annamaria Fassio (Il Giallo Mondadori n. 3112), 224 pagine, euro 4,90