Dopo il suo primo romanzo, "D'amore non si muore" uscito nell'aprile 2013, ritorna Stefano Caso con un nuovo lavoro, questa volta in versione e book. "Il male relativo", un giallo in piena regola, davvero molto bello. Il protagonista è Tito, diminutivo di Gianmaria Ghisolfi; cinquantasei anni ex maestro elementare con un certificato di "matto" nel portafogli. Ora è un delinquente cinico e violento. La sua passione? Qualsiasi "lavoro" ben pagato. Se lo fate arrabbiare saprà difendersi arrivando con facilità a perdere il controllo. Un po' volgare e senza mezze misure, Tito non è di certo il tipo da coccolare. Tati, diminutivo di Tatiana, è la sua donna. Quarantenne prostituta in casa, sieropositiva. Tito la illude proteggendola e lei ricambia offrendogli la sua bocca, la lavatrice ed il ferro da stiro. Perché stiano insieme non è difficile da capire: in modo diverso sono soli, la società non li accetta più di tanto, sono stati sfruttati già abbastanza, ma sono entrambi attaccati alla vita con disperazione. Il migliore amico suo ( amico per Tito è una parola grossa), è René, Renato Felzi. E' un esperto appassionato di sistemi d'allarme e di video sorveglianza. Per Tito e René ripulire un appartamento o fare un colpo in una lussuosa villa è una botta di vita, una scarica che li manda in fibrillazione. Sono in realtà due pasticcioni, anche un po' superficiali. Diversi ma simili in tante cose. Lo scoprirete. Se volete incontrare Tito lo potete trovare al bar del Cinese, alla serra Voglia di Cactus, al Casale o al ristorante La tana del lupo. Vedrete che René sarà sicuramente nei paraggi. Dove siamo? Fino a metà lettura non ci sono riferimenti precisi, anche se si intuiscono. Da quel punto in poi l'autore specifica meglio i luoghi. L'avventura di questi due personaggi d'altri tempi, si svolge nell'arco di una settimana, da sabato alla domenica successiva. I rumeni stanno creando problemi al loro lavoro "artigianale", vorrebbero controllare il mercato delle rapine in villa. Naturalmente Tito e René rivendicano il loro territorio, son troppo cocciuti per mollarlo ad altri. Ma è tutto qui? Direi di no. Alcune persone muoiono e l'equilibrio tra i due subisce un brutto scossone. Non basterà per Tito rifugiarsi nella bottiglia, il passato si annebbierà di certo, ma solo per poche ore. Non serviranno le lacrime a René per rendersi conto del guaio nel quale si sono cacciati. Un colpo su commissione e una trappola ben studiata li manderanno per un attimo fuori pista. Quando inizieranno ad indagare in parallelo con l'ispettore Cominetti, scopriranno una catena di dolore e un desiderio di vendetta ai limiti della follia. Il tutto vissuto in un clima freddo e cupo, dove pioggia e nebbia sono quasi sempre presenti; accompagnano inesorabili tutta la storia fino all'epilogo. Un incubo terribile, si respira velocemente, si parteggia per Tito, a volte per René. Il loro dolore diventa il nostro, la loro angoscia ci lascia perplessi. Il male li porta ad attraversare un Purgatorio pericoloso. Andranno anche loro all'Inferno? Tito è un uomo complesso e difficile, ha un pessimo carattere, è distaccato e sembra incapace di provare qualsiasi tipo di sentimento. Guardarlo dritto negli occhi è un rischio, non ve lo consiglio. Se poi lo chiamate con il suo vero nome... Indietro nel tempo per ritrovarsi alle strette, con la morte davanti. Un percorso tra uomini rozzi e brutali o ricchi e raffinati. Chi ha la meglio? Chi è più cattivo, vigliacco e infame. Chi è il peggiore nell'animo. Attraverso dialoghi diretti e crudi, numerose sono le scene da brivido. Stefano Caso porta ad interrogarci sull'importanza che diamo al male e alla nostra coscienza. Bellissime immagini, tra una pagina e l'altra, di Niccolò Pizzorno. Leggetelo, merita. I miei personali complimenti all'autore.