Secondo appuntamento per Il Giallo Italiano, la nuova collana de I Libri del Corriere della Sera che sta presentando i grandi romanzi che hanno creato il mito di Giorgio Scerbanenco.

Oggi in edicola, con il Corriere della Sera, Traditori di tutti (1966), vincitore nel 1968 del Grand prix de littérature policière per il miglior romanzo poliziesco straniero dell’anno.

        

Dalla quarta di copertina:

Notte di nebbia a Milano. Una macchina ferma sull’orlo del Naviglio: all’interno un uomo e una donna, anzianotti, hanno mangiato e bevuto troppo, lui specialmente. Una ragazza spinge la macchina piano... un tonfo, qualche spruzzo, neanche una bollicina. Per Duca Lamberti, ex medico e poliziotto a mezzo tempo, tutto comincia una mattina di primavera: sulla porta, un giovanotto, lo manda l’avvocato Sompiani... Ma Sompiani non è quello annegato due giorni fa nel Naviglio?

«Guardò la valigia in terra, c’erano anche i caricatori, ma non si può, non si può, la legge proibisce di ammazzare le canaglie, i traditori di tutti, anzi specialmente questi che devono avere sempre un avvocato difensore, un processo regolare, una regolare giuria e un verdetto ispirato alla redenzione del disadattato, mentre invece si può, senza nessun permesso, innaffiare di proiettili due carabinieri di pattuglia, o sparare in bocca a un impiegato di banca che non si sbriga a consegnare le mazzette di biglietti da diecimila, o mitragliare in mezzo alla folla, per scappare, dopo una rapina, questo si può, ma dare un buffetto sulla rosea gota al figlio di baldracca che vive di canagliate, questo no, la legge lo proibisce, è male, non avete capito niente di Beccaria, no, lui, Duca Lamberti, non aveva capito niente Dei delitti e delle pene, era un grossolano e non aveva speranza di raffinarsi, ma gli sarebbe piaciuto incontrare quelle canaglie, lui glieli avrebbe dati, i buffetti sul viso.»

        

Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev da padre ucraino e madre italiana, a 16 anni si stabilisce a Milano. Costretto ad abbandonare gli studi, per guadagnarsi da vivere fa molti mestieri finché non approda al mondo dell’editoria. Scrittore prolifico ed eclettico, spazia in diversi generi letterari, dal western al romanzo «rosa», dalla fantascienza al poliziesco. Fra i titoli di maggiore successo, grazie anche alle trasposizioni cinematografiche e ai riconoscimenti internazionali, la quadrilogia dedicata a Duca Lamberti che inizia nel 1966 con Venere privata. Nel 1968 vince l’ambitissimo Grand Prix de Littérature Policière con Traditori di tutti. Grazie agli apprezzamenti di critica e di pubblico, viene riconosciuto come il maestro del giallo italiano. La sua penna lucida e disincantata dipinge un mondo cattivo e contraddittorio in cui la legalità fatica ad affermarsi ed è difficile distinguere tra criminale ed eroe. Scompare mentre è nel pieno della sua attività, ma la pubblicazione delle sue opere continua anche dopo la sua morte. A lui è dedicato il Premio Scerbanenco, il più importante premio italiano per il genere noir.

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Traditori di tutti di Giorgio Scerbanenco (I Libri del Corriere della Sera - Il Giallo Italiano n. 2), euro 6,90 + il prezzo del giornale