Nasce una nuova grande serie targata Delos Digital, storie a tinte forti che fondono l’action con la spy story senza dimenticare l’elemento di sessualità esplicita. Tutto questo è Sex Force: ne parliamo con il curatore ed artefice Stefano Di Marino.

Un titolo coraggioso per una scelta coraggiosa: come nasce l’idea di “Sex Force”?

Da due intuizioni principali. La prima è che il “sesso hard core” è riconoscibilmente “uno degli” elementi vincenti sia nella serie SAS che nel Professionista. Dico “uno degli” elementi perché non è l’unico e questo ci ha poi aiutato a individuare le componenti della narrativa erotica dedicata al pubblico maschile, che non si può ridurre al sesso come mero esercizio ginnico.

C’è un universo di desideri e fantasie maschili che Ian Fleming aveva ben compreso negli anni ’50 quando diceva di scrivere per un pubblico di uomini eterosessuali che sognavano una vita di avventure improbabili ma non impossibili. Quindi conquiste femminili e tutto quel che segue - descritto ovviamente in sintonia con il nostro tempo - ma anche avventura, voglia di godersi la vita, macchine potenti, location esotiche, rischio. Tutto condito con eleganza, scelta accurata degli accessori dalle pistole, ai sigari e persino agli orologi. Senza vergognarsi di essere uomini.

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