Il 31 agosto 1997 sotto il Ponte de l’Alma a Parigi perde la vita Diana Spencer, meglio nota nel mondo come Lady D. Dai rottami dell’auto sgorga subito un fiume di ipotesi (più o meno complottistiche) sulle reali cause e motivazioni di quella morte: un torrente inarrestabile di trame occulte molto più fantasioso del più fantasioso romanzo spionistico.

Visto che uno dei primi italiani ad analizzare con occhio attento e mente fredda il fenomeno è anche un autore di spy thriller, Andrea Carlo Cappi - noto anche come François Torrent nella collana Segretissimo Mondadori - l’abbiamo incontrato per parlare del fenomeno Lady D e di quanto accenda la “fantasia complottistica” dei lettori.

      

Sedici anni fa hai scritto un “instant book” per Il Minotauro sulla morte di Lady Diana: essere un autore di storie thriller ti ha aiutato in una vicenda che sembra uscita da un numero di Segretissimo?

Più che un instant book, Morte accidentale di una lady era un libro che ho sentito il bisogno di scrivere all’istante. Ero insospettito tanto da un articolo letto due settimane prima della morte di Lady Diana - scritto da un giornalista che stava indagando su elementi “deviati” dei corpi speciali britannici, i SAS - da cui si intuiva che qualcosa del genere fosse nell’aria, quanto dalla fretta ossessiva di dare la colpa ai paparazzi e all’autista “ubriaco” con una campagna mediatica che puzzava di cover-up lontano un miglio.

Un’ulteriore ragione della fretta era... battere sul tempo un altro SAS, inteso come il protagonista della serie omonima di Gérard de Villiers edita in Italia da Segretissimo, le cui storie si basano spesso sui complotti della cronaca internazionale. Curioso a dirsi, non mi risulta che de Villiers abbia mai pubblicato un romanzo sull’argomento.

Ho usato l’indagine di un mio personaggio, Carlo Medina, per smontare le certezze imposte dai media: all’epoca sembrava proibito parlare di cospirazione, tanto che nel settembre 1997 ero stato invitato a esporre la mia tesi in un programma RAI, ma all’ultimo momento la mia partecipazione è stata annullata. Morte accidentale di una lady uscì due mesi dopo il fattaccio e arrivò subito alla seconda edizione. A tutt’oggi è il mio romanzo più venduto (ancora di più nella versione integrale), anche se da qualche anno non è più in commercio.

    

Circa dieci anni dopo l’hai ristampato: hai aggiunto anche eventuali svolte nelle indagini o “misteri” usciti in seguito?

Il romanzo è ambientato nel corso dell’estate del 1997 quindi si parla solo di quello che si sapeva in quel periodo. Semmai, tutto quello che è merso negli ultimi sedici anni è andato a confermare e a integrare le ipotesi che avevo esposto già allora. Nella versione pubblicata in libreria nel 2005 - apparsa anche in Segretissimo Presenta nel 2007 (con il titolo Ladykill. Morte accidentale di una lady, n. #) e poi in un’altra edizione allegata a una rivista - ho aggiunto solo alcuni capitoli che perfezionavano alcune sottotrame del romanzo, ma non ho alterato niente del testo originale; in appendice ho inserito un dossier che raccontava i retroscena della vicenda e della lavorazione del romanzo. Nel 2007 ho messo in scena anche un adattamento teatrale, non tanto del romanzo, quanto della parte di cronaca che vi si racconta, in cui nella parte di Carlo Medina affiancavo una coppia di autri nel ruolo di speaker da telegiornale, raccontando la mia interpretazione dei fatti.

    

In occasione dell’anniversario della morte di Lady Diana serviva un espediente per riaccendere l’interesse, e regolarmente è arrivato con la lettera del misterioso soldato: non ti sembra un accorgimento fin troppo letterario?

In realtà ogni anno, o prima o dopo il 31 agosto, viene fuori qualcosa: Lady D continua a far vendere i giornali ancora dopo tutto questo tempo, è diventato l’equivalente europeo dell’assassinio di Kennedy.

Nell’ottobre del 2012 erano emerse nuove polemiche sul ritardo sospetto nei soccorsi alla principessa in fin di vita. Sembra del resto che la misteriosa lettera del soldato N di cui si parla in questi giorni sia in mano alle autorità britanniche dal 2011. Ovviamente non sono in grado di discernere se sia attendibile o meno.

     

Se la vicenda di Lady D fosse in realtà la trama di un tuo romanzo, la “rivelazione shock” la faresti arrivare mediante lettera o useresti un altro espediente?

Mi torna in mente il finale de I tre giorni del Condor, in cui Turner rivela tutto ciò che sa al New York Times e il vicedirettore Higgins ribatte: «Sei sicuro che lo stampino?» In un altro mio romanzo, Babilonia Connection (Segretissimo n. 1508), in cui parlavo delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, uno dei personaggi alla fine pubblica le sue rivelazioni su un un sito internet, sapendo che non cambieranno il corso della storia, serviranno solo a rendere superfluo che i servizi segreti “deviati” lo facciano uccidere. Qualsiasi “rivelazione” ormai si confonde con il complottismo a ogni costo o si mescola a quello che in fondo tutti sanno e fingono di non sapere, come le attività dell’NSA di cui ha parlato Edward Snowden all’inizio dell’estate.

       

Uno scrittore di professione come te si sforza di inventare storie e intrecci non banali e possibilmente di forte impatto: come reagisce di fronte alla banalità della realtà?

Accogliendola nella finzione. A proposito del caso Philby e di come la più pericolosa talpa sovietica in Gran Bretagna per poco non sia diventata direttore dei servizi segreti inglesi, John le Carré fece un’osservazione come sempre molto acuta: ci sono incompetenti in tutte le professioni, perché non dovrebbero esserci anche nel mondo dello spionaggio? Questo spiega perché ci siano complotti elaboratissimi in cui qualcuno commette errori clamorosi, che poi qualcun altro deve correggere, improvvisando prove false o eliminando testimoni. E a volte va bene lo stesso, perché il tempo e l’oblio coprono ogni cosa, in modo molto più efficiente di qualsiasi macchinazione.

       

Hai scritto anche saggi su Marilyn Monroe e Grace Kelly: ci sono nel tuo futuro altre indagini su donne affascinanti e misteriose?

Nel caso di Marilyn - La donna più bella del mondo, Aliberti 2012 - ho proposto al lettore tutte le possibili spiegazioni della sua morte, da quella quasi accidentale a quelle più complottiste, ma sensate (compresa una del tutto inedita, che riguarda uno dei più famosi organizzatori di complotti della CIA). Nel caso di Grace Kelly - La principessa di ghiaccio, Aliberti 2012 - a parte disseppellire i legami economici della sua ricca famiglia con malavita e politica, ho invece smantellato le ipotesi di complotto sulla sua morte: ogni tanto qualche principessa muore davvero in un incidente... e non escludo che l’idea per la fine di Lady D sia stata ispirata dalla morte di Grace. Per ora non prevedo altre biografie di attrici: mi piacerebbe lavorare su Ava Gardner e Rita Hayworth, possibilmente con un editore che non sparisca quando deve pagare.

Ma intanto sono tornato a due donne della finzione: dopo il nuovo romanzo con Medina in edicola a settembre da Segretissimo, in dicembre sarà la volta, per la stessa collana, della nuova avventura di Nightshade, firmata François Torrent; in Programma Firebird Nightshade e la sua rivale Sickrose sono costrette ad allearsi contro un nemico comune. Una bruna e una rossa, perché nella mia vita non ci sono solo le bionde.

     

Per finire, ecco dove trovare i libri citati:

Marilyn Monroe (eBook): http://www.ultimabooks.it/la-donna-piu-bella-del-mondo

Grace Kelly (eBook): http://www.ultimabooks.it/grace-kelly-la-principessa-di-ghiaccio

Morte accidentale di una lady: http://www.amazon.it/Morte-accidentale-di-una-lady/dp/B00DEL8MS4/ref=sr_1_18?s=books&ie=UTF8&qid=1377072722&sr=1-18&keywords=andrea+carlo+cappi

Morte accidentale di una lady: http://www.amazon.it/Morte-accidentale-di-una-lady/dp/8889603135/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1377073024&sr=1-1&keywords=morte+accidentale+di+una+lady

Infine l’imprescindibile saggio Le grandi spie (eBook): http://www.ultimabooks.it/le-grandi-spie