E' bello sapere di potersi rifugiare in un libro rassicurante, dove si ritrovano i sapori a cui si è abituati, le atmosfere calde di una Sicilia perfettamente dipinta.

Questo è quello che capita con Andrea Camilleri, un autore che non si smentisce mai. Chi ama il commissario Montalbano e le sue indagini ambientate a Vigata, non resterà deluso da Un covo di vipere, il nuovo romanzo, in libreria da alcune settimane.

Un nuovo omicidio insanguina Vigata, un uomo viene  ucciso per ben due volte: prima avvelenato, poi colpito da un colpo di pistola. Cosimo Barletta non era certo una brava persona, molti lo avrebbero voluto morto, ma il commissario non si accontenta di facili soluzioni e arriva al termine dell'indagine con la determinazione che gli è solita.

Lo stile è quello consueto, che utilizza la lingua unica, mix di italiano e siciliano, che ha reso tanto famoso l'autore e il suo personaggio; i personaggi sono le figure amichevoli che ammiccano al lettore, con la novità di alcune nuove comparse; le atmosfere e i luoghi sono quelli di una Sicilia vera e viva, che ciascuno riesce a immaginare con nitidezza; il commissario è l'uomo di sempre, forse un po' invecchiato, ma sempre presente e incisivo.

Cosa manca dunque a questo romanzo per essere annoverato tra i migliori di Camilleri? Il guizzo, la scintilla. Quel qualcosa in più che stupisca e meravigli, che vada oltre la rassicurante abitudine, ma sappia tenere il lettore ancora più attaccato alla vicenda, entrando a fondo e scoprendo pagina dopo pagina. Anche le novità, tra cui la creazione del personaggio di Mario, il vagabondo, affascinante e intrigante, diventano semplicemente funzionali alla trama, utilizzate dall'autore quando ne ha bisogno, ma spogliandole della magia di avere un posto preciso nel mondo del commissario.

Oltre a questo il romanzo pecca di prevedibilità: un lettore esperto capisce molto prima di Montalbano un tassello importante della vicenda e si trova a chiedersi come il commissario fatichi così tanto.

In conclusione Un covo di vipere si conferma un romanzo piacevole e godibile, vicino allo stile dell'autore, ma lontano dalle grandi performance a cui ha abituato il pubblico dei suoi affezionati.