I lettori del Giallo Mondadori la ricordano di certo per il successo dei suoi romanzi Tutto quel nero e, più recentemente, Tutto quel rosso, veri esponenti del moderno noir come commistione di generi. Stiamo parlando di Cristiana Astori, nota tanto per le sue traduzioni in italiano dei romanzi del ciclo Dexter quanto per la sua narrativa thriller-horror. È a suo agio nel mondo dei fumetti, nelle storie di vampirismo e dovunque si parli di Joe R. Lansdale, che ha conosciuto di persona e dal quale ha ricevuto (unica autrice italiana) una frase di lancio per il suo libro Il Re dei Topi (Alacrán 2006). «Cristiana Astori è una scrittrice di storie lucide e taglienti, una stella brillante che diffonde rapida il suo chiarore nei cieli della letteratura. Non perdetevi il suo libro!» Parola di Lansdale!

L’abbiamo incontrata per parlare del nuovo capitolo della saga a fumetti 30 giorni di notte, dal titolo Di nuovo notte, scritta dall’autore texano e targata MagicPress (www.magicpressedizioni.it/).

Un commento a caldo subito dopo la lettura di “Di nuovo notte”.

Sicuramente un gran fumetto! Una storia cupa e feroce, raccontata con la solita maestria lansdaliana, ricca di orrore e di suspense, ma anche di scavo psicologico. Per la prima volta una storia d'avventura e azione incentrata su tre personaggi leader al femminile, tre caratteri differenti e contrapposti, a tratti anche grotteschi, ma comunque sempre credibili fino all'inquietante e sbalorditivo finale. Non voglio anticipare nulla, ma a mio avviso il plot contiene un'apprezzata citazione del film Horror Express di Eugenio Martin. Interessante anche il concetto dell’assedio romeriano che Lansdale riprende dal primo episodio della saga, arricchendo l'atmosfera tetra e darkissima di Steve Niles con una forte dose di beffarda ironia. Decisamente a tema lo stile naif e oscuro di Sam Kieth che conferisce alla storia un alone di perversa crudeltà.

Nella tua produzione dark ti sei già misurata con il vampirismo, hai anche partecipato all'antologia “La sete” (Coniglio Editore): cosa ne pensi dei vampiri protagonisti della saga “30 giorni di notte”?

Spesso la maggior parte delle storie di vampiri ti fanno desiderare, almeno per un istante, di diventare uno di loro, di trasformarti in una creatura immortale, maledetta, sensuale e tormentata. Invece i vampiri di 30 giorni di notte non hanno nulla di charmant: sono semplici belve spietate e affamate di sangue, persino prive di un nome, lontane mille miglia dal fascino del tenebroso twilightiano. Per esempio non riesco infatti a immaginare un individuo sano di mente che possa perdere la testa per questa regina della notte creata da Lansdale (a meno che non sia lei a mozzargliela di netto). I miei vampiri invece stanno a cavallo tra i due generi: si presentano in modo sensuale e seduttivo, ma fondamentale è lo smascheramento della loro natura di cinici predatori, aspetto centrale del vampirismo che la società miope continua a rimuovere e dimenticare, e con essa anche le appassionate lettrici di paranormal romance.

Sei l'unica autrice italiana che ha ricevuto una “frase di lancio” da Lansdale: qual è il tuo rapporto con questo particolarissimo autore?

È dalla fine degli anni Novanta che divoro le sue storie; da adolescente il mio colpo di fulmine letterario è stato Stephen King, poi è venuto Lansdale. La sua raccolta Maneggiare con cura è un mio grande cult nonché fonte di ispirazione; ricordo che avevo persino setacciato le bancarelle alla ricerca dei suoi Urania ora rarissimi, La notte del drive in e Il giorno dei dinosauri e che ora custodisco autografati nella mia biblioteca. Ricordo quando ci siamo incontrati la prima volta al Noir in Festival a Courmayeur e, scoperta la nostra passione comune per l'horror e i fumetti, si è dimostrato interessato a leggere le mie storie. Non ci potevo credere, idem quando ho letto il suo blurb: sicuramente una delle soddisfazioni più grandi della mia carriera. Last but not least, Lansdale, oltre a essere un grandissimo autore, è anche una splendida persona, semplice, schietta, ironica, e nonostante il successo, affatto presuntuosa. Prima o poi sento che lui e sua figlia Kasey (bravissima cantante country) diventeranno i personaggi di una mia storia e poi, lo dico sempre e mi ripeto: se la parentela si potesse scegliere, zio Joe sarebbe perfetto!

Tu sei una grande appassionata di Garth Ennis: quali sono secondo te le differenze fra questi due grandi autori di fumetti?

In realtà è importante precisare che Garth Ennis è un fumettista a tutto tondo, mentre Lansdale un romanziere che si presta al fumetto. Comunque i punti in comune tra i due sono molti: l'ironia, la violenza, le situazioni grottesche e surreali, i personaggi incisivi e sanguigni di cui ti innamori a prima vista. Garth Ennis però è irlandese, mentre Lansdale americano. Dunque l'America ennisiana è sempre filtrata dalla tradizione letteraria irlandese, legata al gotico ottocentesco e a una religiosità oppressiva, entrambe contaminate con il western di frontiera che l'autore ha conosciuto attraverso i film consumati da ragazzino: Preacher ne è un esempio. Si può dire dunque che Garth Ennis guardi al mito americano, mentre Joe Lansdale, texano, ne faccia parte, sia figlio di quel mito.

Non trovi che nei fumetti, come nei romanzi, le storie di vampiri godano di maggior libertà espressiva e innovatività rispetto alle loro produzioni cinematografiche?

Forse il fumetto è il settore che meno risente delle mode e dell'egemonia di un determinato filone, come quello di Twilight oggi imperante sia al cinema che in letteratura. E la saga 30 giorni di notte è la dimostrazione lampante di come i comics mantengano ancora la loro originalità e indipendenza rispetto ad altri media che si piegano per esigenze commerciali allo sfruttamento di tematiche fino a condurle all'esaurimento.