È arrivato in questi giorni nelle edicole un gradito ritorno: il capitano di corvetta David Trevellyan, della Royal Navy. Nel numero 1598 di Segretissimo - la storica collana della Mondadori che da più di cinquant’anni racconta la spy story e l’action thriller a generazioni di lettori - troviamo infatti Muori due volte (Die Twice, 2010) di Andrew Grant, seconda avventura del personaggio già incontrato l’anno scorso (Segretissimo n. 1591) nel romanzo Nemico di stato (Even, 2009).

Ricordiamo che Andrew Grant è il fratello del celebre Lee Child: è sicuramente meno prolifico ma non sfigura al confronto con l’illustre parente.

              

Dalla quarta di copertina:

Di chi puoi fidarti quando il nemico sta dalla tua stessa parte? Il capitano David Trevellyan, operativo della Royal Navy Intelligence in trasferta negli USA, è stato assegnato al consolato britannico di Chicago. Ufficialmente lui non esiste, condizione ideale per un incarico molto delicato: fermare un collega intenzionato a vendere una bombola di gas tossico per uso militare sul mercato del terrorismo. David ha esperienza di queste cose, sa quale trattamento riservare ai traditori. Una soluzione pulita e definitiva è ciò che vogliono i suoi capi. Ma l’unica speranza di riuscire sta nel suo istinto e nella sua abilità, perché non riceverà alcun aiuto dal sistema. Ha una certa esperienza anche in questo. La fiducia è un’illusione letale: affidati alla persona sbagliata e la tua vita non varrà più niente.

             

Ecco l’incipit:

Aveva due pistole, come mi aspettavo. Quella di ordinanza, e una di riserva. Una Beretta M9/92f, nuova di pacca, e una vecchia Walther PPK, tutta screpolata. Una sotto il braccio sinistro, l’altra agganciata alla caviglia sinistra.

Entrambe ancora dentro la fondina.

Ci sono regole ben precise per porre prematuramente termine alla carriera di un collega. Avrei dovuto prendergli la Beretta. Mettergliela nella mano destra. Infilargli il dito indice nel ponticello e appoggiarlo sul grilletto. Togliere la sicura. Sparare almeno un colpo. Per dare l’impressione a chiunque avesse trovato il cadavere che avesse fatto una fine dignitosa, che fosse morto combattendo.

Regole a cui mi ero sempre attenuto, fino a quel momento. L’avevo fatto con un armeno. Con due iraniani. Un peruviano. Un ucraino. Perfino un francese, in circostanze inconsuete. Ma quella sera lasciai le pistole dov’erano. Non mi diedi nemmeno la pena di allentare le cinghiette che trattenevano le armi nelle fondine. Lasciai semplicemente quell’uomo a faccia in giù sul tappeto dell’ufficio, presi la bombola color verde oliva di cui era così ansioso di impadronirsi e me ne andai.

Apparteneva alla Royal Navy Intelligence, proprio come me.

L’affronto che gli tributai fu deliberato. Calcolato. Inequivocabile, per chiunque appartenesse al nostro mondo.

Il trattamento che si riserva ai traditori.

            

Nato a Birmingham nel 1968 e laureato in letteratura e teatro alla University of Sheffield, Andrew Grant ha lavorato come dirigente nel settore delle telecomunicazioni. L’autore vive nel Regno Unito con la sua famiglia.

Non rimane che goderci questa nuova avventura del capitano Trevellyan, in attesa del terzo romanzo, More Harm Than Good, uscito nel 2012 in patria.

                

Per la serie “I racconti di Segretissimo”, è presente nel volume l’atteso ritorno di un apprezzato autore come Rey Molina che, con Hasta luego, Nicaragua!, torna a raccontarci le imprese del suo personaggio: el Asesino.

               

Arriva in edicola anche il nuovo numero della collana Segretissimo SAS, “figlia” della titolare mondadoriana impegnata nella ristampa delle storiche avventure di Malko Linge, noto dagli anni Sessanta semplicemente come SAS. Questa volta tocca a Ordine a Santiago (L’ordre règne à Santiago, 1975) del consueto Gérard de Villiers: 39ª avventura del personaggio, apparsa la prima volta in Italia nel n. 654 di Segretissimo (10 giugno 1976).

          

Dalla quarta di copertina:

Santiago di notte è una città morta. Terreno di caccia per gli assassini della DINA, la Gestapo della giunta al potere, che possono prelevare chiunque e farlo scomparire nel nulla. In una cella di qualche caserma o in fondo al mare, dopo sevizie e violenze senza fine. In missione per conto della CIA nel mattatoio cileno, Malko Linge deve rintracciare e portare in salvo un collaboratore dell’Agenzia prima che lo trovino gli uomini del regime. Il guaio è che ora nelle mani dei torturatori c’è finito lui, Malko, ospite suo malgrado della famigerata Casa delle Tenerezze. Ammanettato, sanguinante per le ferite alla testa provocate dal calcio di una pistola, tra le grida strazianti dei prigionieri e i colpi inferti dagli aguzzini, il Principe delle Spie resisterà a tutto. Perché la furia cieca che lo anima è perfino più forte del dolore fisico. E la sua vendetta sarà implacabile.

           

Ecco un estratto dall’incipit:

Santiago era una città di una bruttezza prodigiosa. Un misto di Detroit e di Buenos Aires, con vie tristi e rumorose, botteghe vuote, un cielo basso e grigio, edifici massicci e nerastri. Il contrasto fra l’animazione del giorno e la pesante calma della notte era sorprendente.

In preda a insonnia, a causa dello scarto di orario, Malko aveva osservato in piena notte, dalla sua finestra, Plaza de la Moneda, deserta e silenziosa, le vie vuote, l’immensa torre incompiuta della televisione che brillava di mille luci rosse. Appena cessava la circolazione, dopo l’inizio del coprifuoco, una paura diffusa copriva Santiago con una cappa di piombo. Di giorno, i ristoranti erano vuoti… come se i ricchi si vergognassero della loro vittoria su Allende. Il Los Leones era il primo posto piacevole che Malko vedeva. Appena il cameriere si fu allontanato, Malko domandò: — Eravate qua, quando Allende…

John Villavera scosse la testa.

— No, no. Sono arrivato otto mesi fa. Dopo la morte di Allende è stata cambiata tutta la squadra.

Malko si permise un sorriso.

- È costato caro? — domandò.

John Villavera alzò due occhi innocenti.

— Che cosa?

— Il rovesciamento di Allende...

L’americano lo guardò con aria profondamente scandalizzata.

              

Nato a Parigi nel 1929 da una famiglia di militari con ascendenze aristocratiche, Gérard de Villiers inizia la carriera come giornalista, dopo essersi laureato in Scienze politiche. Nel 1965 scrive il primo romanzo con protagonista SAS, Sua Altezza Serenissima Malko Linge: SAS a Istanbul. Seguiranno più di 190 avventure di SAS, e De Villiers introdurrà nella spy story elementi di sesso e di violenza prima sconosciuti.

         

Muori due volte di Andrew Grant (Segretissimo Mondadori n. 1598), 282 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Giuseppe Settanni

         

Ordine a Santiago di Gérard de Villiers (Segretissimo SAS n. 64), 176 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Bruno Just Lazzari