Maurice Michaelwhite, classe 1933, un cockney duro e puro come confessa nel documentario Candid Caine (1969) che è un po’ un’autobiografia divertita. Chi è mai costui?

L’Agente Senza Nome che è stato l’anti-Bond per eccellenza. Occhialuto, divertito, ironico. Michael Caine, ovviamente, che prese il nome d’arte guardando L’ammutinamento del Caine (1954) quando ancora lavorava con piccole compagnie di teatro nella provincia londinese, mal visto sia dai colleghi che dalla gente del suo stesso quartiere.

«I cockney - rivela - erano considerati un po’ come i neri d’America negli anni ’50 e ’60. Facevano lavori umili, spazzini, garzoni, lavavano i bagni. Che uno facesse l’attore era un privilegio, non era considerato un mestiere». L’esordio cinematografico fu in Zulu (1964) perché, dicevano, portava bene l’uniforme, lui che del suo passato militare non ha buoni ricordi anche se si considera un patriota.

       

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