Settembre 1930, una spedizione scientifica si imbarca diretta verso il deserto ghiacciato dell’Antartide. Vi disseppellirà segreti rivelatori di un passato che va al di là di ogni umana comprensione... e di un futuro troppo terribile da poter essere persino immaginato.

Le montagne della follia (1936), uno dei racconti più famosi di H.P. Lovecraft, riprende il tema dell’epoca eroica delle esplorazioni polari in un’ottica scientifica, definendo così i canoni della “nuova fantascienza” del XX secolo. Il Polo Sud, “criptico regno di ghiaccio e morte”, ha ispirato storie sorprendenti al tal punto che, negli anni della formazione di H.P. Lovecraft, la verità si presentava sotto le vesti della più bizzarra fantasia. Certamente le avventure polari di Edgar Allan Poe (1838) o di Jules Verne (1866) apparse sui quotidiani stimolarono per certo l’immaginazione del visionario di Providence. Era “l’epoca eroica” dell’esplorazione antartica, testimoniata dalle prime fotografie del “grande ignoto” (1892), dalla drammatica corsa al polo di Amundsen (1911) e dall’eroica resistenza di Shackleton, fino a giungere alla missione aerea americana di Richard Byrd della fine degli anni ’20.

L’ossessione che accompagnò Lovecraft per tutta la vita culminò ne Le montagne della follia, che pubblicò infine nel 1936, un anno prima della sua morte, sulla rivista Astounding Stories. Per la fantascienza rappresenta un salto quantico, proiettando con prepotenza i “mondi perduti”, cari all’immaginario d’epoca vittoriana ed edoardiana, nel XX secolo, il secolo di Terre di attesa di J.G. Ballard (1959), solo per citare un esempio, o de La cosa di John Carpenter (1982).

«Per la biologia», dice il predestinato professor Lake, «è l’equivalente di ciò che Einstein ha rappresentato per la fisica.» Per quanto strano possa apparire ai lettori neofiti che si avvicinano a Lovecraft, fu proprio nel 1905 (anno in cui Einstein espose per la prima volta la Teoria della Relatività) che il geologo svedese Nordenskjöld annunciò la scoperta, a partire da un singolo osso fossile, di una nuova specie di pinguini giganti che avevano abitato l’Antartico 40 milioni di anni fa...

     

Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) nacque e crebbe a Providence, nel Rhode Island, Stati Uniti. Bambino prodigio, sviluppò un precoce interesse nella chimica e nell’astronomia nonostante la salute cagionevole e dei sonni tormentati ostacolassero i suoi studi. Esaurimenti nervosi ricorrenti, seguiti da fasi depressive, contribuirono a quella visione del mondo cinica e inquietante che affiora dai suoi scritti. Dopo un inizio come poeta e cronista, negli anni Venti Lovecraft si dedicò al genere narrativo, dando vita a una prolifica produzione che lo accompagnò nei suoi ultimi dieci anni di vita.

Sondando ossessivamente temi come la follia, la colpa e la futilità dell’esistenza umana, col tempo Lovecraft arrivò a sviluppare il concetto di “orrore cosmico”: una serie di tentativi di sopraffare l’umanità compiuti da malevole mostruosità aliene e antichi dei. Sebbene in vita la sua opera non abbia incontrato la fama, il visionario di Providence è oggi riconosciuto come uno dei più significativi autori del XX secolo.

Nel suo saggio L’orrore soprannaturale nella letteratura (1926-1927) Lovecraft traccia le origini e l’evoluzione del genere citando, come numi tutelari, Edgar Allan Poe, Arthur Machen e M.R. James. A sua volta la poetica lovecraftiana esercitò evidenti influenze sull’opera di scrittori come Robert E. Howard (Conan il Barbaro) e Robert Bloch (Psycho). In tempi più recenti, il suo talento è stato d’ispirazione per molti autori come Stephen King, Alan Moore e Neil Gaiman e per i registi John Carpenter, Stuart Gordon e Guillermo del Toro. Con un’eredità ormai consolidata nella cultura popular, l’inquietante “marchio” di Lovecraft continua a deliziare e turbare i lettori di tutto il mondo.

      

I.N.J. Culbard è disegnatore e sceneggiatore. Nel 2006, vincendo la concorrenza di migliaia di autori, ha visto il suo lavoro pubblicato sull’antologia New Recruits della Dark Horse Comics. Suoi lavori sono apparsi nella collana antologica Dark Horse Presents, oltre che sulle serie inglesi Judge Dredd Megazine e 2000 AD. Culbard è anche un acclamato regista di animazione e vanta una notevole esperienza nella regia di spot, nello sviluppo di progetti per la televisione e nella produzione e regia di corti.

     

Le montagne della follia di H.P. Lovecraft e I.N.J. Culbard (MagicPress Edizioni), 16,5 x 24 cm, 128 pagine, euro 15,00 - ISBN: 978-88-7759-617-8