Due casi del passato tornano in nuova veste in edicola, questo mese: due brillanti indagini del capitano Timothy Jordan e dell’ispettore Christopher McKee. Due personaggi nati da due celeberrimi scrittori.

Si parte con Il bandito invisibile (The Man at the Carlton, 1931) di Edgar Wallace, numero 1316 della collana I Classici del Giallo Mondadori.

Il romanzo è apparso in Italia la prima volta nel 1933 nella collana I Libri Gialli (n. 63), targata Mondadori. Dopo un passaggio alla Garden Editoriale negli anni Novanta, dove diventa Il bandito misterioso (Il Romanzo Giallo n. 58, Il Giallo Economico Classico n. 116), eccolo tornare nella sua forma originaria, nella traduzione di Giuseppina Taddei.

         

Dalla quarta di copertina:

Harry Stone assiste all’epilogo di un redditizio colpo notturno in una banca di Glasgow. È sicuro che uno dei banditi sia un suo ex compagno di cella, Bob Daney, svaligiatore inafferrabile. È l’occasione che aspettava: certamente il vecchio Bob non vorrà correre il rischio di una sua testimonianza oculare e si dimostrerà generoso, spartendo con lui il ricco bottino. Ma alla fine di un tragitto in macchina combinato tra i due uomini per chiudere l’affare, scenderà un solo passeggero. Al capitano Tim Jordan il compito di scoprire quale dei due, e soprattutto che fine abbia fatto l’altro.

       

Edgar Wallace (1875-1932), britannico, è uno dei grandi del giallo. Giornalista, ha fondato giornali e periodici, e una casa editrice per pubblicare i propri libri, rifiutati dagli editori. Dopo la Prima guerra mondiale, ha raggiunto il successo internazionale come autore e sceneggiatore grazie a una vastissima produzione di storie che spaziano dal poliziesco all’avventura alla fantascienza. Tra i suoi personaggi principali: i Giusti, il sovrintendente Minter, il detective Elk, J.G. Reeder.

         

All’interno, il racconto Tempo zero di Claudio Costa.

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È la volta poi di un grande ritorno: dopo una sola edizione nel 1977 - Il Giallo Mondadori n. 1480 - ecco tornare Non era una colomba (Murder in Shinbone Alley, 1940) di Helen Reilly, numero 1317 de I Classici del Giallo Mondadori nonché ottava avventura del personaggio a cui l’autrice ha dedicato quasi trenta romanzi. La traduzione è curata da Michela Mirandola.

         

Dalla quarta di copertina:

Il tonfo di un corpo precipitato dal quattordicesimo piano è uno di quei rumori che non si dimenticano. E non se lo dimenticherà il poliziotto che, a Manhattan, alza gli occhi e vede quella figura bianca cadere ondeggiando nel vuoto. La vittima è Barbara Baron: stava partecipando a una sfilata in abito da sposa, poi quell’ultimo volo mortale. Incidente, suicidio o omicidio? All’ispettore McKee non occorre molto tempo per capire che si tratta di un delitto. Tutt’altro che facile sarà invece dare un volto all’assassino. La lista delle persone che ora non piangono la tragica fine della ragazza potrebbe essere molto lunga.

         

Helen Reilly (1891-1962), nata a New York, è stata autrice di gialli e madre di due gialliste, Ursula Curtiss e Mary McMullen. Caratteristica dei suoi abili intrecci polizieschi è l’ambientazione nel mondo della media e alta borghesia. Il suo personaggio più noto è l’ispettore di polizia Christopher McKee. Si è firmata anche con lo pseudonimo di Kieran Abbey ed è stata nel 1953 presidente di Mystery Writers of America, l’associazione che assegna il premio Edgar.