Marcello e Luca hanno una bellissima relazione, ma nascondono la loro omosessualità, per di più in un contesto in cui non è facile celare la minima traccia di effeminatezza: sono due ufficiali dell’esercito. Da una fatale missione in Afghanistan il corpo di Marcello non tornerà mai più. È questa la nefasta apertura dalla quale scaturisce la vicenda di contrasti e analogie che vede protagonisti Luca, fortemente segnato dalla recente perdita, e Agar, l’amata nonna cretese di Marcello. Il romanzo è suddiviso in due parti che rimandano ad altrettanti oggetti, Una valigia e La lettera, il primo è legato a fatti recenti anche se contiene gli effetti personali di chi ormai non c’è più, il secondo è vecchissimo ma ha un ruolo germinativo per tante incomprensioni che ci saranno in seguito. Eduardo Savarese, attraverso una nitida narrazione al presente, fa volgere lo sguardo dei due protagonisti ad ambigui fatti pregressi. Recenti, quando riguardano la relazione dei due ufficiali o, nel caso di Agar, risalenti al periodo dell’occupazione fascista di Creta. Il rapporto di cortese e singolare amicizia che si instaura tra i due è costantemente minato da significativi conflitti generazionali. Agar considera imprescindibile in una relazione il passaggio per il sangue, il fine procreativo, non è convinta degli improduttivi rapporti “contro natura”. A Luca è affidato il compito di smantellare il suo assunto attraverso il racconto del suo amore. Ambientata tra i colori e gli splendidi scenari di Vico Equense e Creta, questa storia riferisce di discriminazioni solo apparentemente dissimili. Due generazioni si affrontano e allo stesso tempo cooperano per evitare che i rancori dei protagonisti s’ispessiscano ulteriormente. Se avete amato le prove letterarie dell’ultimo Luigi Romolo Carrino (vicino oltre che per le tematiche, anche per motivi geografici a Savarese) ritroverete in Non passare per il sangue una lettura che avvince non per gli effetti speciali e i colpi di scena, ma per i tentativi dei due protagonisti di dare un senso a una realtà che pesa addosso.