Com’era la storia di quello spettro che si aggirava per l’Europa? Be’, stavolta uno spettro (anzi più di qualcuno…) si aggira dentro ‘sto Le belve di Oliver Stone. Lo spettro principale è quello dell’insuperato Point Break, che quanto ad approccio al genere (il crime movie, se vogliamo), caratterizzazione dei personaggi, stile di ripresa e di montaggio, dà una pista colossale a questo pasticcio degno di figurare tra i peggiori film di questo 2012 (che oramai ha imboccato la discesa…).

C’è il Diavolo, l’ex Navy Seal Chon (Taylor Kitsch) e l’acqua santa, il buddista Ben (Aaron Johnson), giovani, carini e occupati nella produzione della migliore marijuana che si possa immaginare al punto da far gola ad uno dei cartelli della droga messicani che vorrebbero rilevarne la produzione.

L’acqua santa dice sì, il Diavolo dice no, ma quando il cartello rapisce Ophelia, l’unica donna delle loro vite, anche l’acqua santa dice no ( e allora via lancia in resta contro i trafficanti doc.).

Inizio sciocchino per quanto cinefilo (Sunset Boulevard), con la "voice-over” di Ophelia (Blake Lively) che mette in dubbio la propria stessa esistenza (ma è tutta una balla…) e proseguo all’altezza: dialoghi risibili, poliziotti venduti da operetta (John Travolta) che per inciso finiranno con fare una bella fine, rapitori che invitano a pranzo i rapiti, killer prezzolati talmente sanguinari da sembrare caricature.

Quando alla fine la pellicola si riavvolge perché per una storia che sembra finita in un modo ne esiste sempre un’altra che finisce in un altro (riavvolgendo, appunto…) quel poco d’attenzione sopravvissuta fino a quel momento non si sa perché, non si sa percome, cessa di esistere…

Girare al largo appare l’unico consiglio sensato…