C’è un gran discutere da tempo su chi abbia il merito di aver dato inizio alla nobile arte dell’indagare a scopo di letterario godimento. Insomma su chi abbia inventato il mystery, il detective novel, il noir. Insomma ancora il giallo.

Ora, tralasciando l’opinione degli arcaicizzanti, che vedono addirittura nell’Edipo Re il primo vagito del genere, o degli anglisti esasperati che ritrovano nelle infamie di Riccardo III o nelle corna di Otello il primo vagito del noir, in genere la palma del primato si disputa tra il Wilkie Collins della La pietra di Luna, e il funereo Edgar Allan Poe, gentiluomo sudista un po’ retrò, jngle poet ubriacone e dandy, necrofilo sadomasochista, genio fantasioso e (in vita) misconosciuto.

Se poi aggiungiamo che Edgar è l’autore del celeberrimo I delitti della Rue Morgue, e il creatore dell’idiosincratico Dupin, che gli dava dentro con il laudano e che morì in circostanze misteriose, è facile che la nostra fantasia si ecciti e corra ad assegnare la coppa senza aspettare altro. Il che, in definitiva, è anche giusto. Lo fanno quasi tutti. E poi siamo nel 1841, Collins arriverà solo nel ’68.

Quindi Poe è il primo. Anche H.P. Lovecraft era convinto che il genere nascesse con i suoi racconti “di raziocinio”. Bene, è vero. È lui che comincia. Ma non perché ha inventato Dupin.

  

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