Petros Markaris è un affabile anziano signore greco ma nato in Turchia, sceneggiatore di film di Anghelopulos, scrittore di saggi e di teatro che a un certo punto della carriera è stato tentato dal genere poliziesco. E’ stato il successo internazionale, prima in Germania, poi negli altri paesi europei.

Tratto comune dei suoi romanzi sono personaggi seriali: il commissario Charitos e i suoi colleghi della squadra criminale di Atene, la sua famiglia composta dalla moglie Adriana e dalla figlia Caterina a cui si è aggiunto il genero Fanis.

La serialità non è l’unica caratteristica dei polizieschi dell’autore greco-turco che in ogni romanzo analizza e mette a nudo i nodi irrisolti nella storia della Grecia del secolo scorso e nella più vicina attualità.

Dopo l’uscita di Prestiti scaduti, mi sono chiesta più volte come Markaris ci avrebbe raccontato la crisi sociale e finanziaria greca dal punto di vista del suo personaggio principale, il commissario Charitos. La risposta indirettamente mi è arrivata tramite L’esattore, basato sull’idea realmente originale di un assassino che uccide gli evasori fiscali o coloro che hanno avuto benefici dalla vicinanza con il corrotto potere governativo. Per analogia, il tema si allarga alla situazione drammatica con il recente taglio di stipendi e pensioni che gettano nella disperazione giovani senza prospettive e anziani che non riescono più a vivere con le loro misere pensioni. Il romanzo si apre infatti con la scoperta di un drammatico suicidio di gruppo di quattro pensionate che decidono di non essere più di peso alla famiglia e alla società. Anche la famiglia del commissario Charitos è attraversata dall’angoscia per la possibile partenza della figlia, alla ricerca di un posto di lavoro all’estero.

Markaris dispensa amara ironia sul movente dell’assassino, personaggio che incontra la simpatia dell’opinione pubblica che si sente vittima di un sistema di corruzione legalizzato e tacitamente incoraggiato dai partiti di governo per i loro squallidi tornaconto. Si tratta, come per tutti gli altri romanzi, di un poliziesco costruito con grande maestria, la necessaria suspense fin all’ultimo, ma soprattutto è curato l’aspetto psicologico di tutti i personaggi, scolpiti a tutto tondo. Fra i personaggi anche Atene, presa quasi ogni giorno in ostaggio dai dimostranti contro qualche provvedimento impopolare del governo a detta troika europea. Forse più di tanti articoli di quotidiani i romanzi di Markaris raccontano la realtà della Grecia e il “sentire” dei suoi abitanti. Leggendo “L’esattore”, tante volte ho pensato alle tante somiglianze fra italiani e greci: entrambi popoli con un grande passato a cui si oppone una ben difficile attualità.

Un’annotazione di grafica: la copertina è decisamente brutta.