Per festeggiare la nuova veste grafica della collana Segretissimo e di tutte le sue “figlie”, viene presentato un grande inedito delle avventure del SAS di Gérard de Villiers: Il padrone delle rondini, 186ª avventura di Malko Linge.

Il romanzo si apre con un evento davvero raro nella saga del personaggio: è a cena insieme all’eterna fidanzata Alexandra, quella che abbandona spesso e volentieri per andarsene in giro per il mondo a vivere mille avventure. L’evento è una cena di beneficenza organizzata dalla Croce Rossa a Monte Carlo, ma l’attenzione per Alexandra è scarsa: c’è una donna che lo fissa e che lo ammalia, una donna che si scoprirà essere Zhanna, moglie del magnate russo Alexei Khrenkov.

Nell’Hotel de Paris, dove si svolge la serata, ci sono molti più traffici di quanto possano apparire a prima vista, e quello che sembrava un’avventuretta allegra si risolve in un vero intrigo internazionale. Malgrado gli sforzi di Malko Linge per dipingersi come inadatto a gestire la cosa («io sono solo un modesto gentiluomo di campagna austriaco che fa vita ritirata nel suo castello») sarà ovviamente l’uomo giusto al momento giusto.

Khrenkov ha solo l’apparenza dell’affarista della nuova Russia: in realtà in ballo c’è molto di più di mercato e affari. In questo periodo in cui la Guerra Fredda non è più un ricordo ma un pericolo incombente, Khrenkov rappresenta un nuovo burattinaio nel teatro internazionale, come spiega Zhanna a Malko. «Lei che conosce bene la Russia saprà che dai tempi dell’Unione Sovietica il KGB mandava regolarmente ondate di lastochka, “rondini”, che per moltissimo tempo non avevano alcun contatto con i loro “padroni”, finché non riuscivano a piazzarsi in qualche posto chiave. In quel momento il “padrone” se le riprendeva. Diciamo che Alexei è il “padrone delle nuove rondini”».

Ma al di là del gioco di spie, il movente di delitti è sempre la gelosia, e Malko riceve un incarico ufficioso davvero inaspettato: Zhanna lo incarica di uccidere la donna con cui il marito la tradisce. Un semplice, volgare omicidio senza nessun colore politico se non quello della gelosia di una moglie tradita. In cambio, un premio incredibile: una rete di spie che né CIA né FBI sono mai riusciti ad individuare... una puzzle spionistico creato niente meno che da Vladimir Putin!

  

Nel nuovo panorama letterario-politico i russi tornano a ricoprire i ruoli da cattivi, anche se decisamente più spietati che in passato. Gérard de Villiers, storicamente attento ad ogni smagliatura del tessuto sociale internazionale, coglie al volo il cambiamento e ne rende compartecipi i suoi lettori.

Malgrado l’apparizione di iPhone ed altre tecnologie moderne - impossibili da ignorare anche per il più “conservatore” degli scrittori - Sua Altezza Serenissma Malko Linge è sempre fedele alla sua pluridecennale storia letteraria. Oltre a riferimenti alla serialità (incontriamo velocemente il fido Elko Krisantem che gli porta un vassoio con la posta), Il padrone delle rondini cita anche romanzi precedenti, come Polonio 210 (Segretissimo SAS n. 11), ma rimane in tutto e per tutto una storia a sé, nella sana tradizione del personaggio.

In questo romanzo, al contrario di altri più “stagionati”, le descrizioni di terre esotiche sono quasi interamente sostituite da descrizioni caratteriali dei personaggi, con ricchi riferimenti alla loro storia passata, e in generale la trama è molto più attenta all’intrigo internazionale che all’azione locale in sé e per sé. A dimostrazione che negli ultimi anni il genere spionistico sta riscoprendo novella vita.

   

Un romanzo ricchissimo di spionaggio e cospirazioni, di intrigo ed azione, ma anche buone dosi di quella sessualità tipica dello stile di de Villiers che molte volte, in passato, è stata ammorbidita e che qui invece sembra deflagrare in tutta la sua potenza.

Un romanzo quindi imperdibile, come sempre, per tutti gli appassionati sia di Malko Linge che di spy story.