Di sicuro la Storia è un pallino fisso di Davide Mosca, savonese di nascita che è passato dai romanzi storici ad un thriller che indaga su uno dei più grandi misteri dell’Occidente.

Dopo titoli come Silla: il figlio della fortuna (Mursia 2003), Silla: Imperator (Mursia 2006) e Congiura (Mursia 2008), l’autore è arrivato in libreria - grazie a Newton Compton - con un thriller imperdibile: Il profanatore di biblioteche proibite, incentrato sul grande mistero che ha affascinato generazioni di studiosi: il nome segreto di Roma.

L’abbiamo incontrato per conoscerlo meglio.

         

Cominciamo a conoscerci meglio: chi è Davide Mosca?

Uno che ha caldo d’estate e freddo d’inverno. A parte gli scherzi... un tipo normalissimo, a cui piace ascoltare storie e, perché no?, raccontarle.

               

Quali sono i tuoi autori preferiti? Ce n’è qualcuno che consideri di riferimento per la tua scrittura?

Per non tediarti con un lungo elenco, ti cito due libri importanti per la mia formazione. Innanzi tutto Il Signore degli Anelli di Tolkien: ricordo che alle medie saltavo scuola per avere il tempo di leggerlo in santa pace, ore e ore di fila. E poi I fratelli Karamazov di Dostoevskij, un romanzo-mondo in cui c’è tutto, ogni tema e genere, perfino il thriller, uno di quei romanzi che ardono e ti fanno bruciare.

         

Quanta importanza ha nella tua vita la Storia in generale, e la storia della fondazione di Roma in particolare?

Grande importanza, se è vero che anche a Giurisprudenza non facevo che sostenere esami di romanistica. Più che una passione, una malattia!

               

Malgrado sia un mito millenario di grande fascino, il mistero del nome segreto di Roma è stato un po’ dimenticato dalla modernità: sei consapevole di aver scritto quindi un romanzo davvero unico nel suo genere?

Per molti secoli tutte le più grandi menti dell’umanità si sono impegnate strenuamente per svelare questo mistero: Poliziano e Goethe tanto per citarne due. Negli ultimi anni è invece caduto il silenzio su questo segreto che è fondamentale per la nostra storia. Scoprire il vero nome di Roma significa portare alla luce il filo rosso che lega tutta la storia occidentale, e non solo. Molti elementi, ad esempio, legano la Pasqua ebraica e quella cristiana alla fondazione di Roma. Forse troppi per considerarli semplici coincidenze...

              

Gli scrittori di romanzi storici spesso lavorano molto di fantasia, tu invece - anche se non sei uno di loro - hai dimostrato che la Storia è talmente affascinante che non c’è bisogno di molte aggiunte perché sia materia di romanzo. Che ne pensi?

Hai ragione, paradossalmente c’è più da togliere che non da aggiungere! Ho preferito perciò non calcare la mano sugli elementi “fantastici”.

                  

Immagina che domani venisse recuperata una prova archeologica talmente perfetta da risolvere ogni questione aperta sul nome segreto di Roma: ne saresti felice o un po’ ti dispiacerebbe per la fine di un mistero affascinante?

Sospetto che mi dispiacerebbe... ma credo che ci siano già allo stato attuale tutti gli indizi perché ciascuno possa proporre la propria soluzione all’enigma. È quello che ho cercato di fare nel romanzo: offrire ad ognuno gli strumenti per tentare di risolvere personalmente l’arcano.

          

Domanda finale obbligatoria: progetti futuri? Nel tuo cassetto di scrittore c’è qualche altro mistero storico da affrontare?

La verità? Nessun progetto. Sono in attesa. Qualcosa arriverà...