Un diavolo si aggira fra la folla in festa del carnevale di New Orleans: è in cerca della sua vittima, un avvocato. Ma quello che non si aspetta è di incontrare un esemplare unico: un avvocato con una coscienza.

Stiamo parlando del film “Analisi di un delitto” (A Murder of Crows, 1998), scritto e diretto da Rowdy Herrington.

         

Lawson Russell (Cuba Gooding jr.) è un avvocato rampante di New Orleans che commette un grave errore: dà ascolto alla propria coscienza e sabota volutamente il processo dell’uomo che dovrebbe difendere, in quanto è sicuro sia uno stupratore e un assassino. La decisione non piace all’Albo degli avvocati che si sbriga a radiarlo a vita, così che Russell ora deve cambiare carriera.

Come molti avvocati prima di lui - non a caso viene chiaramente citato John Grisham - decide di scrivere un romanzo, un legal thriller: in attesa che la lunga gestazione arrivi a compimento, organizza gite in barca al porto locale. Un giorno gli si presenta un cliente atipico dal nome davvero particolare: Christopher Marlowe...

Divenuti amici, Marlowe chiede all’ex avvocato un favore: gli lascia il manoscritto di un proprio romanzo perché vuole sapere cosa ne pensi. Il titolo? “Una strage di corvi” (A Murder of Crows), che è anche il titolo originale del film.

"Una strage di corvi"
"Una strage di corvi"
Tanto per rimanere in tema di giochi letterari, si ricorda che il controverso drammaturgo inglese dal nome Christopher Marlowe viene annoverato fra i possibili veri autori delle opere che ancora oggi portano la firma di William Shakespeare: non stupisca quindi che lo pseudobiblionA Murder of Crows” si apre con una citazione shakespeariana, «Per prima cosa, uccidiamo tutti gli avvocati», tratta da quell’Enrico VI (atto quarto, scena seconda) che è l’unica opera shakespeariana registrata ufficialmente con Marlowe ancora in vita.

                 

«Il libro parlava in particolare di cinque avvocati - ci racconta Russell che inizia a leggere il romanzo, - tutti penalisti dalle parcelle salate, che lavoravano in grandi città del Sud e difendevano loschi imputati sicuramente colpevoli, riuscendo sempre a salvarli dalle severe condanne che avrebbero meritato. Tra i personaggi c’era anche un giustiziere che invece di inseguire i colpevoli assolti aveva deciso di eliminare uno ad uno i loro difensori. Ogni omicidio era abilmente celato dietro un apparente suicidio, un incidente o una rapina degenerata. Lo scrittore riusciva a creare un’atmosfera di costante tensione, e quel titolo volutamente ambiguo, “Una strage di corvi”, poteva essere inteso come eliminazione di un nugolo di corvi, ma anche come strage compiuta da più corvi che colpiscono spietatamente chiunque minacci l’intero gruppo. Quel romanzo era semplicemente straordinario».

Cuba Gooding jr. (il falso scrittore) e Tom Berenger (il vero detective)
Cuba Gooding jr. (il falso scrittore) e Tom Berenger (il vero detective)
Russell è estasiato dal romanzo di Marlowe, mentre il proprio legal thriller giace languidamente a pagina 6 da tempo immemore. Non appena scopre che il vecchio scrittore è deceduto per un infarto, senza eredi, all’avvocato nasce l’idea più ovvia del mondo: appropriarsi di “Una strage di corvi”, romanzo che nessuno sa essere stato scritto da Marlowe.

             

Uno scrittore di nome Marlowe, un poliziotto di nome Goethe e un killer vestito da diavolo: abbiamo capito, all’autore del film piace la figura di Faust...

Russell in un certo modo stringe un patto con il demonio perché accetta le sue lusinghe. Così invia il manoscritto ad alcune case editrici e quando la DeVrie Publishing lo accoglie e lo lancia nel mondo editoriale, il successo arriva in un attimo.

«Il New York Times elogia il libro come un grande atto d’accusa contro i mali della giustizia penale, - è l’entusiasta recensione di un giornale autorevole. - Forse la migliore proposta letteraria dell’anno. Il signor Russell appare sulla scena come una stella di prima grandezza» e lo colloca al sesto posto della sua classifica di bestseller. Il commento dell’“autore” è sferzante: «Fai fuori qualche avvocato e fai subito successo!» Gli avvocati non gradiscono e neanche i poliziotti, che arrestano Russell non appena si rendono conto che tutto quanto scritto nel suo romanzo è vero. Come spiegare ora, con le tasche piene dei diritti miliardari di un bestseller, che si è innocenti da ogni accusa perché... quel libro l’ha scritto qualcun altro?

                    

Analisi di un delitto” parte con ottime intenzioni e mette al fuoco della carne di ottima qualità: ma poi il regista e sceneggiatore Herrington non è in grado di preparare un piatto complesso o comunque gustoso, scadendo in soluzioni banali e lungamente prevedibili. Non mancano cadute di stile come il cattivo che si fa chiamare professor Corvus...

Il buon Russell è un personaggio con un passato da avvocato di grido quindi con un minimo di intuizione, invece arriva alla soluzione quando ormai l’ultimo degli spettatori distratti ha già capito tutto da un pezzo. I personaggi sono troppo bidimensionali per considerare il film un buon prodotto, ma di sicuro merita almeno una visione.

        

Lo pseudobiblion segue la sua natura e porta violenza e morte, tanto che la morale appare chiara: quando Christopher Marlowe viene a proporvi un bestseller... pensateci due volte prima di accettare!