Il 14 luglio 2003 si spense a Barcellona, a soli cinquant’anni, il poeta e scrittore cileno Roberto Bolaño. Lasciò un importante corpus di opere inedite che vennero pubblicate postume, come il dittico 2666 (Adelphi 2007 e 2008) e Il terzo Reich (Adelphi 2010). In questi giorni, sempre Adelphi, porta in Italia un altro importante testo inedito dell’autore, “ricostruito” tramite gli appunti lasciati prima di morire: I dispiaceri del vero poliziotto (Los sinsabores del verdadero policía).

Concepito già negli anni Ottanta, la lavorazione del testo è stata lunga e travagliata, arrivando a vedere la luce solo per la Anagrama di Barcellona nel 2011. In una lettera del 1995, così Bolaño descrive questa sua opera in lavorazione: «Il poliziotto è il lettore che cerca invano di ordinare questo romanzo indemoniato».

Ecco la quarta di copertina:

Il sogno di ogni vero lettore non è forse di ritrovare, anche solo per poco, i personaggi di un libro che ha appassionatamente amato? Ebbene, lo vedrà realizzarsi, per la prima volta, in questo romanzo, dove riappaiono alcuni dei personaggi di 2666. Per poterli incontrare di nuovo, però, dovrà accettare il rischio di intraprendere un viaggio quasi iniziatico, all’interno di una foresta in cui le piste si confondono e si aggrovigliano. Ma il vero lettore non esiterà, e si trasformerà lui stesso nel vero poliziotto del titolo: colui che (come Bolaño) «cerca invano di mettere ordine in questo dannato romanzo».

Inoltrandosi dunque nella trama fittissima e imprevedibile di queste pagine, scoprirà, per esempio, che il professor Amalfi­tano è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e ne conoscerà il nuovo amante, un irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers (mentre dell’ex amante, un poeta malato di AIDS, leggerà le impagabili lettere); e rivedrà anche l’incan­tevole Rosa Amalfitano, di cui sembra innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate...

Nel frattempo si lascerà sedurre, il vero lettore, da digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori. Con l'im­per­tur­babile senso del ritmo e la dovizia visionaria delle sue storie, Bolaño saprà i­pnotizzare il suo lettore-po­liziotto, imponendogli un modo di raccontare nuovo e sorprendente. Sicché, alla fine, l’unico “dispiacere” che quegli proverà sarà di vedere i personaggi, già da sempre in fuga, sottrarsi ancora una volta: come se, terminato il libro, «saltassero letteralmente fuori dall’ulti­ma pagina e continuassero a fuggire».

Lo scrittore cileno Luis Felipe Torres, laureato in Storia e vincitore del Premio Letterario Roberto Bolaño 2010, ha dichiarato: «Il testo mantiene una cadenza sincopata e misteriosa, da cui spiccano riferimenti ad altre opere dell’autore; si esagererebbe a definirlo caotico, semmai opterei per provvisorio, come se da un momento all’altro si potesse spezzare il filo che tiene insieme i paragrafi e tutte le parole, frasi e personaggi iniziassero ad imboccare strade differenti».

I dispiaceri del vero poliziotto di Roberto Bolaño (Adelphi), 304 pagine, euro 19,00 - ISBN 978-88-459-2655-6 - Traduzione di Ilide Carmignani