Prima del Professionista... ci sono stati tanti eroi che ho elaborato sin da quando ho cominciato a scrivere.

Fang Sing Ling (che era un po’ una via di mezzo tra Bruce Lee e James Bond) l’ho poi ripreso in un romanzo Garden (La tigre nel mirino) e, in seguito, inserito nella saga del Professionista. Ma negli anni ’80 prima di arrivare a pubblicare il mio primo Segretissimo (Sopravvivere alla notte [n. 1204] che era un fuori serie) avevo già elaborato un personaggio seriale che era un po’ la prova generale di Chance Renard. Ne uscirono un romanzo e diversi racconti per Top Secret sempre dell’editore Garden.

 

Julius Colleoni era italiano, era un agente free lance e aveva stretti legami con un modello ideale (Unknow di Magnus) e aveva tutte le potenzialità per diventare un... eroe di Segretissimo. Poi venne l’opportunità di Chance e il progetto si sviluppò in quel senso. Di tutte le storie di cui fu protagonista Julius, Braccio di ferro a Kalimatan era quella più lunga e più articolata. Quando si è trattato di progettare I romanzi di Action in collaborazione con la rivista digitale è proprio il testo che ho scelto per inaugurare la collana.

 

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