Con la signorina Hildegarde Martha Withers…

L’enigma della vasca dei pinguini di Stuart Palmer, Polillo 2011.

Il morto ammazzato è Gerald Lester, broker, marito di una bella donna che attira inevitabilmente gli sguardi degli uomini. Il luogo del ritrovamento è la vasca dei pinguini dell’acquario di New York (sì, avete capito bene), mentre, per quanto riguarda la “trovatrice”, trattasi della insegnante elementare Hildegarde Matha Withers, zitella trentanovenne che è in visita con la sua scolaresca proprio da quelle parti. Altri particolari su una figura interessante per la storia del giallo che ha avuto pure l’opportunità di alcune trasposizioni cinematografiche: alta, ossuta, faccia da cavallo, nata e cresciuta a Dubuque nello Iowa, abita a New York nella settantaseiesima strada in un appartamento diviso con due colleghe, accudisce degli uccellini, ha “una sferragliante macchina da scrivere”. Decisa, grintosa, la vediamo subito all’inizio bloccare un ladruncolo con il suo ombrello, porta un “un cappellino blu ornato di perle che, come il tappo di una bottiglia, giaceva in cima alla sua figura spigolosa”.

In questa, come in altre storie, aiuta l’ispettore Piper nelle indagini attraverso i suoi appunti e le sue acute osservazioni. E qui siamo davanti ad un caso per lui molto semplice: il classico triangolo nelle persone del marito, della moglie e dell’amico fin troppo amico, l’avvocato Phil Seymour che addirittura si autoaccusa.

Ma le cose si complicano perché il morto non è mica morto affogato e allora “questo è un caso vero, non un enigma da rivista da racconti. E io sono un investigatore, non un supersegugio” tanto per citare Sherlock Holmes e Philo Vance.

Qualche altro particolare: siamo in un periodo di crisi economica, le borse vanno giù, il morto è stato costretto a licenziare, una bombetta nell’acqua che non appartiene al defunto, un’altra confessione, un dubbio perfino sulla nostra zitella che però non demorde nel cercare il colpevole “Fare il detective è il sogno della mia vita”, oppure “ La giustizia è superiore agli odi, agli amori e alle simpatie dell’uomo”.

Lettura gradevole, leggeri colpi di umorismo e caricatura, finale non troppo convincente basato su un trucchetto risaputo.