Un romanzo che poggia la sua base sul valore vero della scrittura, una scrittura intesa non come piacere dell’anima, ma come tormento esistenziale e alienazione sociale. È così il protagonista de Il buon inverno di Joao Tordo, una presenza inquieta che anima le pagine di questo romanzo, uno scrittore che accetta per denaro di partecipare a un incontro letterario a Budapest. Dove lo condurrà adesso quella letteratura in cui ha smesso di credere? Una sottile astinenza alla vita lo accompagna, una insulsa voglia di vivere con l’abbandono a quei valori che la letteratura sa trasmettere.

Al meeting incontra Vincenzo Gentile, uno scrittore italiano in compagnia della sua fidanzata. Con loro c’è Nina, agente letterario in ascesa che accompagna un celebre scrittore inglese il cui libro presto diventerà un film. Sono loro a convincerlo di aggregarsi per una vacanza a Sabaudia, ospiti presso la residenza estiva del celebre produttore cinematografico Don Metzger. Peccato che la vacanza promessa, quella che deve portarli a diretto contatto con il mondo del cinema, si trasformi lentamente in un colossale incubo. I molteplici personaggi incontrati dentro la villa si abbandonano al piacere, tutti ospiti del produttore, sono meschini e subdoli, ubriachi per la maggior parte del tempo.

Ad aggravare la situazione giunge l’improvviso ritrovamento del cadavere di Metsger che viene scoperto in una barca alla deriva del lago privato di proprietà del produttore medesimo. Da quel momento gli ospiti diventeranno prigionieri della villa e saranno costretti a mostrarsi nella loro vera natura.

Ecco il ritmo della storia che sale e va in un crescendo di atmosfera thriller e horror dove Tordo, con grande abilità e sagace maestria, regge e muove le fila della regia per creare un romanzo psicologicamente ricco di atmosfera e di suspence, un romanzo che invita il lettore a riflettere sullo straordinario senso delle cose.

Il cambio di rotta improvviso che sposta il romanzo volutamente dentro il genere è un’operazione di non facile fattura e che l’autore riesce ad operare senza alcuna fatica e grazie all’abilità della sua scrittura in cui il lettore viene accompagnato senza brusche interruzioni con un percorso intelligente, supportato dalla straordinaria narrazione. E la regia della narrazione è qualcosa di unico. Chi racconta è una voce fuori campo con uno sguardo totalizzante a 360°, inafferrabile, oscuro.