“Ercole Borghi è un uomo tranquillo: la sua vita scorre tra il lavoro di casellante di una stazione autostradale e le serate in casa con la moglie. Ma la sua serenità dura poco, perché alcune vicende giungono a minarla: l'azienda per la quale lavora ha deciso di modernizzarsi e quindi di liberarsi delle spese che ritiene superflue. Ed Ercole rientra tra queste. Inoltre Michele, il suo unico figlio, da giorni non dà più notizie.

Infine una donna, che passa ogni sera per il casello, inizia a comportarsi in modo davvero strano. Ma, soprattutto, smette di ascoltare la sua cantante storica, preferendole musica di tutt'altro tipo. E questo preoccupa molto il nostro prota-gonista.

Sì, perché Ercole Borghi ha una sola, grande passione: la musica. Che può rivelarsi una passione pericolosa, quando ti spinge a curiosare nella vita degli altri. Fino a scoprire, tuo malgrado, che proprio dietro quelle note si sta consumando un delitto tanto efferato quanto inaspettato.

La musica che ascolti può salvarti la vita. O ucciderti.”

Che musica ascolti di Giancarlo Vitagliano (Photocity Edizioni) pag. 135 - €12.00 - ISBN 978-88-6682-037-6

Ciao, Giancarlo, benvenuto. Come stai?

Bene, un po' stanco, ma carico.

Stanco? Perché, cosa hai fatto?

Odio fare il pomeriggio in ospedale. A parte la mattina passata tra bollino blu, revisione e tassa di possesso dell'auto (di mia moglie...)

Ah, perfetto. Questa tua risposta mi dà l'occasione di introdurre due argomenti. Hai detto ospedale, quindi partiamo dalla tua professione. Cosa fai nella vita?

Medico, per l'esattezza cardiologo nel più grande, incasinato ospedale del sud.

E quando trovi il tempo di scrivere?

Pomeriggio-notte, o il giorno dopo lo smonto-notte. Ma io scrivo veloce perché la storia mi nasce in mente mentre vado in moto o nelle notti in ospedale, quando cammino per strada, insomma quando non sto visitando! Anche se a volte persino dai pazienti nasce lo spunto. Però quando scrivo devo isolarmi. Quindi cuffie in testa e musica a volume adeguato!

Ora veniamo al secondo spunto che hai dato. Moglie. Nel tuo libro la moglie del protagonista occupa un ruolo tutto particolare. Ce lo vuoi spiegare? E magari dirci anche se esistono parallelismi tra quella moglie e tua moglie?

È una coppia affiatata, di quelle che si sono amate e rispettate dal principio. Sicuramente avranno i loro screzi, ma riescono ad attenuarli con la conoscenza che hanno l'uno dell'altro. Mia moglie somiglia solo in parte alla protagonista: è anche lei una professoressa, ma penso di aver diviso parte delle mie passioni tra i due protagonisti e modellato il carattere in base alle esigenze dal racconto.

Terzo spunto che mi hai dato. Musica. Il tuo libro presenta una precisione quasi ossessiva per la ricerca musicale. Ci parli di questa passione e del perché la musica occupa uno spazio di rilievo nel tuo thriller?

In casa nostra c’è sempre stata la musica. Mio padre era un appassionato, suo fratello ha suonato e cantato sempre; mio fratello, poi, è un'enciclopedia vivente del progressive e suona la batteria in non so quanti gruppi e poi, non dimentichiamolo, ho avuto la fortuna di vivere la rivoluzione degli anni ‘70 e da allora non mi sono più fermato (come del resto il protagonista). Io, invece, sono stonato come 2 campane e non so suonare una mazza!

Bene. Ora veniamo a una domanda che attiene più al genere letterario che non alla trama del racconto. "Che musica ascolti" si trova a metà strada tra un mainstream e un noir. Del mainstream ha l'andamento del romanzo classico, con tanto di ironia che la fa da padrona nei rapporti familiari. Del noir, invece, ha la scelta di fondo: alternare due voci narranti per creare suspance e curiosità nel lettore.

A questo punto spiegaci chi sono stati i tuoi maestri in entrambi i versanti.

Be’, io non direi maestri letterari tout court, diciamo piuttosto che mi hanno condizionato libri, fumetti e film. Tra gli autori dei primi prediligo Cornell Woolrich per il noir (di cui penso di aver letto quasi tutto); amo molto anche P. K. Dick, mi piacciono anche Simenon, alcune cose di S. King, il primo libro di Zafon, diverse cose della Mazzantini, di Ammaniti, di Tabucchi, di Fred Vargas e di un migliaio di altri che non mi sovvengono al momento; mi sono appassionato alla trilogia di Larsson, mentre non ho trovato altrettanto piacevoli altri autori di gialli svedesi. Tra gli autori classici mi vengono in mente G. de Maupassant, O. Wilde, C. Dickens. Di certo mi ha condizionato Hitchcock (noir e ironia di alta classe!) tra gli autori di film; mi piacciono poi diversi film di S. Kubrick e di Sergio Leone. Tutto ciò tralasciando gli autori amici per non far torto a nessuno...

Bene, ora parliamo un po' di editoria. Vorrei che affrontassi due punti importanti, che considero vitali per ogni esordiente che si rispetti. Primo: parlaci di Photocity Edizioni, di come sei stato pubblicato. E, soprattutto, di come non hai commesso l'errore classico di ogni esordiente ansioso di andare in libreria: pagare per essere pubblicati, e quindi alimentare il gioco perverso dell'editoria a pagamento.

Secondo: l'editing. Alla luce del lungo lavoro tra me (editor) e te (scrittore) per portare il romanzo a una forma migliore, di' quello che pensi dell'editing e dell'importanza che pensi abbia nel mondo editoriale di oggi. Perché molti esordienti sono così sospettosi nei confronti degli editor?

Purtroppo ho pagato per il mio primo libro, "Fantasmi dentro", e me ne sono pentito amaramente per i seguenti motivi:

1. Non c'è stato alcuna revisione di quanto avevo scritto. Per tali motivi ho avuto un libro che pur raccogliendo diverse critiche positive, ha sentito la mancanza di una revisione critica dall'esterno, che mi facesse notare i punti da modificare e le correzioni da apportare.

2. La promozione è stata solo sul sito dell'editore e qualcosa online; per il resto ho dovuto sobbarcarmi l'organizzazione delle presentazioni e non penso che questo rientri nei compiti di chi scrive. Per tali motivi ho preferito mandare qualcosa in giro e ho pubblicato qualche racconto su un paio di antologie a tema.

Alla fine sono stato presentato ad Aldo Putignano da Lucio Rufolo (amico, collega e scrittore) a cui erano piaciute alcune delle cose che avevo scritto. Aldo già lo conoscevo di nome e pertanto sono stato molto contento quando mi ha detto che la Boopen (oggi Photocity) avrebbe pubblicato "Che musica ascolti".

Per quel che concerne il lavoro dell'editor, penso di aver già risposto al punto 1. Aggiungo solo che il primo approccio è sempre un po' difficile, ma non bisogna trincerarsi dietro "COME OSA QUESTO QUI METTERE LE MANI SUL MIO CAPOLAVORO ASSOLUTO!"; anzi bisogna pensare che anche l'editor vuole che l'opera abbia successo: è un buon colpo per entrambi, scrittore e editor, quando ciò accade, no? Quindi viva la collaborazione!

Bene, Giancarlo. Direi che abbiamo finito. Grazie e in bocca al lupo per il tuo romanzo. Vuoi lasciarci con una frase degna del miglior thriller visto in tivù?

"Tutti hanno dei segreti, si tratta solo di scoprire quali" (Lisbeth Salander in “Uomini che odiano le donne”).

Grazie Giancarlo. E in bocca al lupo per il tuo libro

Grazie a te per l' intervista e crepi il lupo (povera bestia!)

http://ww1.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=17523&formato=7662