Prima avventura italiana per il rodato personaggio di Steven Dunbar, protagonista di nove avventure firmate da Ken McClure, autore scozzese di medical thriller che Segretissimo fa scoprire ai lettori italiani.

Ogni volta che nei telegiornali esplode una nuova malattia di cui aver timore, subito l’opinione pubblica chiede una cura, un vaccino. I vaccini però non sono pozioni miracolose: hanno i loro pericoli, anche se infinitamente minori rispetto alle malattie da cui immunizzano. Sin da quando Edward Jenner iniettò il vaiolo vaccino (da cui in seguito il nome della procedura) in un bambino, a discapito di ogni moderna bioeticità, l’atto della vaccinazione ha riscosso paradossalmente più timore della malattia da cui immunizza.

Da queste paure attinge Terrore invisibile.

Il Governo britannico sa che attacchi terroristici non si limitano ad azioni suicide o comunque a qualcosa di “tangibile”: il bioterrorismo è un nemico tanto spaventoso quanto invisibile. Alcune malattie che in passato hanno devastato l’Europa sono quasi scomparse oggi, ma proprio per questo sono pericolose: se ricomparissero - se cioè qualcuno le facesse ricomparire - pochi avrebbero gli anticorpi necessari perché ormai non vengono più applicati i vaccini.

Studiare nuovi vaccini è molto dispendioso e richiede tempi lunghissimi. E se si saltassero tutte le lunghe procedure burocratiche e si procedesse per grandi salti... come Jenner, il progenitore di tutti i creatori di vaccini?

Steven Dunbar, investigatore della Sci-Med, si trova gestire di strane malattie apparse in alcuni bambini: alla scoperta che i bambini in questione hanno in passato soggiornato nello stesso punto, Dunbar capisce che non si trova di fronte a delle malattie casuali: c’è un “programma” dietro, qualcosa che è andato storto e che ora sta mostrando i suoi effetti.

Terrore invisibile è un romanzo snello ma che lascia il segno, che gioca con le paure più recondite di ogni lettore, quelle ataviche per la malattia. Con uno stile apparentemente essenziale McClure riesce a dare un ritratto di larga scala di un problema che non rimane legato alla fiction ma interessa ogni persona.

Che questo sia il settimo di una serie passa del tutto inosservato: è un romanzo completo senza sbavature o rimandi incomprensibili a chi non abbia letto i titoli precedenti. È tradotto con perizia da un nome noto alla collana, Alessio Lazzati, che ha avuto il non facile compito di gestire un insieme di nomenclature sanitarie, padroneggiate in modo tale da non appesantire la lettura.

Steven Dunbar non è né un agente segreto né una spia né un action man, ma lo stesso non sfigura fra gli “eroi” di Segretissimo: ci aspettiamo che anche altre sue avventure entrino nel ricco menu della collana.