Fuego di Marilù Oliva, elliot 2011.

Vado un po’ a braccio senza guardare troppo al sottile e ad un discorso articolato. Bologna “selciato in fiamme”. Elisa Guerra, la Guerrera, portatrice di pizze a lavorare per Atef “pakistano lungimirante” con famiglia numerosetta a carico nel paese natio. A tempo perso (le vanno tutte male) giornalista pubblicista, studia criminologia, in lotta continua per un posto di lavoro sente “dileguarsi le speranze nel futuro”. A mente la “Divina Commedia” sotto la sferza della prozia Fausta Zenzero ma ora “salsa, rum e niente divieti”. Caporeista, si dedica con molto impegno a questa disciplina che è un’arte marziale, via con una Peugeot 205 opaca tendente al grigiastro, in media un pasto al giorno e un piccolo sacchetto di patatine fritte. Tutta tesa a portare avanti il progetto del suo giornalino “Fuego” che le dà grande slancio vitale in un momento di depressione. Sua amica Catalina, magrissima e rossa di capelli, legge il futuro con i tarocchi, tiene una agenzia matrimoniale “Tu mi turbi” (tutto un programma) e si innamora di un pompiere (non scherzo).

Attorno a lei un piromane che brucia in qua e là (ecco il perché del pompiere) e becca pure il suo scooter, trovato poi morto per schiacciamento del torace e il burundanga in corpo che fa venire le allucinazioni, lo scontro con una donna travestita da uomo (spiegazione così e così), tutto il mondo latino con i balli, la salsa e i loro incredibili attori: il Chupa Chupa (che male alle dita!), El Tigron, il subordinato El Pony geloso da morire, El Divino insegnante insigne di salsa, la Princesa bella da morire, El Electrico con il quale avrà un’avventura, il ritorno di una vecchia fiamma come il cantante Roelvis. E insomma amori, passioni, invidie, gelosie e tutte le inquietudini dell’animo umano.

Incontro con l’ispettore Basilica “profilo di Ligabue e accortezza di uomo di mare”, matrimonio in crisi più imposto che voluto, attratto da Elisa “Piccolina, scura, sembra una reginetta egizia senza frangia…pelle olivastra, bocca carnosa, iridi nerissime”, tacchi da capogiro, fremiti stuzzicarelli tra i due con momento di forte sensualità che si espande per tutto il racconto.

Intervista andata a male con uno scrittore semiarrivato pomposetto che la fa lunga e se la tira parecchio (chi potrebbe essere?), il maschilismo che impera tremendo pure nel Duemila (da discutere).

Un sogno, o meglio un incubo di Elisa, la prozia, la fuga, la levitazione, il fuoco, la madre morta impiccata, Brevi squarci sui miti relativi al fuoco di varie popolazioni, balli su balli, un altro morto ucciso con la gola falciata, il culto sciamanico.

Al centro di questa vicenda, esposta in maniera volutamente singhiozzata, la Guerrera con le citazioni di Dante, la voglia di riuscire, la speranza, la delusione, la passione e l’amore, il suo rapporto particolare con Basilica. Magari un po’ in disparte, più osservatrice che attrice. Linguaggio fresco, leggero, talora punzecchiante a cogliere uno spunto sociale o intimo a sottolineare un’emozione, uno stato d’animo. Architettura poliziesca labile, fragile, quasi affrettata come se il vero obiettivo (e lo è) fossero i sogni e i rapporti umani che girano attorno a lei.

Un personaggio al di fuori dei canoni tradizionali in un mondo latino americano con le sue regole e i suoi modi di vita, e un personaggio di una attualità sconcertante alle prese con i problemi assillanti di ogni giorno. Che non si ferma e non si abbatte. Che lotta, come una guerriera, appunto. Come dovranno fare i nostri giovani per trovare almeno un segno di conforto e di speranza al loro futuro. Incrociamo le dita.