Avete letto bene il titolo?

Ho immaginato tutto il giorno come iniziare la mia avventura su Thrillermagazine, e alla fine dopo tre o quattro opzioni ho scelto di presentarmi a voi raccontando il motivo, perché dopo 50 anni il mito di James Bond è ancora vivo e vegeto.

Molti critici radical chic più volte, avevano dato per concluso il ciclo dei film di 007 affermando che Bond dopo Sean Connery era morto.

Alcuni fan vecchia maniera vanno ancora in giro a dire, che il Bond di Daniel Craig non è James Bond.

In tanti anni di passione bondiana ne ho sentite di tutti i colori, e ogni volta mi faccio grasse risate, oppure diplomaticamente rispondo a tutti i detrattori della spia inglese che egli VIVE di padre in figlio da decenni, proprio perché non ha mai ascoltato i critici, i radical chic e tantomeno vecchi fan rimbambiti.

Un'icona non si lascia di certo intimidire da critiche giornalistiche o da pochi individui che per futili motivi, hanno smarrito la passione per le sue gesta eroiche.

Negli anni '60 Bond era l'uomo dei sogni.

Chiudete gli occhi per un istante e fate finta di essere a Londra in quegli anni.

Il Boom economico, un tipo di film dove un uomo vestiva con abiti sartoriali, guidava un auto di lusso come l'Aston Martin Db5, frequentava senza problemi più di una donna, una cosa inconcepibile per l'epoca, e dulcis in fundo viaggiava in prima classe e alloggiava in Hotel a cinque stelle.

Bond faceva il suo ingresso nel mondo moderno del dopoguerra, esibendo tutti gli status symbol che ogni uomo di ogni classe sociale desiderava di possedere. 

Inoltre James Bond era quel tipo di individuo che trattava le donne come gli comodava, per puro piacere o usandole semplicemente allo scopo di eseguire e poter concludere la sua missione senza esitazione, in velocità e con la massima precisione.

007 era tutto quello che il suo inventore Ian Lancaster Fleming voleva essere nella sua vita. Egli aveva colto nel segno quel giorno che iniziò' a scrivere "Casino Royale", il suo primo best seller con protagonista il nostro James.

Nella sua villa giamaicana denominata "Goldeneye", scrisse 14 romanzi destinati a rimanere per sempre nella storia, inventando un nuovo genere letterario: la spy story.

Fu da subito un grande successo, che si ripetè con la celebre trilogia della Spectre: "Thunderball"- "Servizio Segreto"- "Si vive solo due volte", i tre romanzi che più di tutti sono tra i più letti e citati da fan, appassionati del genere, ed editori.

Il passo dai libri al cinema fu breve.

I due produttori Harry Saltzman e Albert Broccoli con la loro Eon Production fiutarono che potevano realizzare incassi milionari.

Così fu, ma la popolarità che ne conseguì a mio avviso sorprese entrambi, che non immaginavano di poter arrivare a cambiare il cinema e i canoni stessi della cinematografia mondiale, che mai era riuscita a legare a se all'unanimità intere generazioni di persone di ogni nazione e razza.

Questo è la grandezza di Bond.

I suoi film e il suo mito hanno passato indenni epoche e crisi economiche, senza mai accusare cedimenti temporali ma rinnovandosi, conquistando il pubblico dei più giovani e tenendosi stretti i fan più "anziani" lasciando inalterati alcuni canoni classici come lo Smoking, L'Aston Martin, il Vesper, e le Bond Girl, abbinando con sagacia, sceneggiature ispirate ai romanzi di Fleming.

Ecco perché affermo senza ombra di dubbio che La Bondmania oggi è ai livelli degli anni '60.

Daniel Craig attore dal talento cristallino e dalla prorompente fisicità, ha rilanciato la saga con grande vigore interpretativo, reinterpretando in chiave moderna l'eroe descritto nei romanzi del buon caro Ian.

Il pubblico ha ancora fame dei film di Bond, e come fu per "Casino Royale" nel 2006, e con "Quantum of Solace" nel 2008, Bond 23 che uscirà il 26 Ottobre 2012 sta già mettendo in subbuglio tutti.

Come potrei definire questo fenomeno?

Magico; solo la magia e l'entusiasmo di desiderare visceralmente di rivedere una sua nuova avventura e di sentirci come quei ragazzi degli anni '60, che immaginavano di essere tra le braccia di Ursula Andress inseguiti da pericolosi Villain, bevendo a Royal les Eux un "Americano" presso l'Hermitage.