Ultimo libro della trilogia di Mondino de’ Liuzzi (opera di chiusura del ciclo, dopo Cuore di ferro e I discepoli del fuoco, ma non necessariamente conclusiva), Il libro dell’Angelo - sempre edito da Piemme come i primi due, è ambientato in una laguna trecentesca, una Venezia prossima alle celebrazioni – fervono i preparativi per la Sensa e lo Sposalizio del Mare – se non fosse che l’aria di festa viene incupita dal ritrovamento dei cadaveri di tre bambini crocifissi trascinati dall’acqua alta, piccoli fagotti informi e gonfi. Anche in collegamento a questi omicidi Mondino, medico anatomista dello Studium di Bologna, viene chiamato dalla città felsinea alla Serenissima. Qui torna al capezzale della donna amata per un periodo intenso ma breve. Lei ora prostrata a letto dagli attacchi di febbre della terzana: la fascinosa, testarda, coltissima alchimista Hadiya bint Abi Bakr, detta Adia Bintaba. Mondino si abbandonerebbe alla calamitazione che la stessa esercita ancora su di lui se non si sentisse in obbligo di opporre resistenza in quanto già fissata la data delle nozze con un’altra donna (di cui si dichiara innamorato).

Ho intervistato Alfredo Colitto sul suo libro ne ho approfittato per rivolgergli qualche domanda sul mestiere di scrittore.

Parto subito dai dati tecnici. Una volta ti avevo chiesto come hai proceduto metodologicamente, nel momento documentativo, ora ti chiedo di parlarci dei luoghi della ricerca. Archivi, biblioteche, visite...

La documentazione, nel caso di questo libro, è stata particolarmente piacevole. Ho lavorato per qualche tempo alla Biblioteca Marciana, fornitissima, luminosa e situata in una delle piazze più belle del mondo: Piazza San Marco. Nelle pause di lavoro, mi bastava uscire per trovarmi sul “set” del romanzo. Così mentre bevevo una birra (carissima) seduto al tavolino di un bar, vedevo la scena di Mondino che incontra Gradenigo, calcolavo quanto tempo poteva metterci ad attraversare la piazza, eccetera. Per non parlare delle gite in motoscafo con un amico veneziano, che scarrozzava me e mia moglie in giro per la laguna a controllare calli, canali e palazzi di cui poi mi sarei servito nel libro. Naturalmente, mi sono fatto un dovere di assaggiare anche i pochi piatti di cucina veneziana che Mondino ha il tempo di mangiare tra un colpo di scena e l’altro. Insomma, viva la documentazione!

La vita quotidiana nel milletrecento: ci racconti qualcosa di Venezia che non immaginiamo?

La città nel medioevo aveva un aspetto molto diverso da quello odierno. Tanto per dirne una, solo le case dei ricchi, le chiese e gli edifici pubblici erano in pietra. Tutto il resto era di legno. Per questo, anche se Venezia era costruita in mezzo all’acqua, gli incendi erano così frequenti.

Ci sfati un luogo comune?

L’idea che le donne medievali fossero remissive e sottomesse. Ci sono molti esempi che dimostrano il contrario. Ne cito due tra i più eclatanti: Matilde di Canossa, che nel 1084 sconfisse in battaglia l’imperatore Enrico IV e Santa Chiara, che fuggì di casa per sottrarsi a un matrimonio combinato e fare della sua vita quello che voleva. Le donne dei miei romanzi hanno questo tipo di carattere.

Se tu facessi un salto ai tempi di Mondino, quale sarebbe il più grande rimpianto della tua epoca?

Forse mi mancherebbe Internet.

E il più grande piacere?

Il senso del mistero, di avere davanti un mondo ancora tutto da scoprire.

Senti che la formula del thriller storico ti è congeniale o vorresti misurarti di nuovo con altri generi, come nei libri precedenti?

Il thriller storico è un genere che amo, perché mi permette di combinare il gusto per un’ambientazione rigorosa con il mio lato fantastico e immaginifico. Tuttavia mi piacciono le sfide, e il prossimo romanzo sarà qualcosa che non ho ancora mai provato a scrivere.

Il tuo percorso di scrittore. Com’è cambiata la tua scrittura negli ultimi anni?

Si è fatta sempre più asciutta, più essenziale. Pochi aggettivi, emozioni e sentimenti dei personaggi che vengono fuori da quello che fanno più che da quello che pensano. Aspiro a una scrittura che non si metta di mezzo nell’idillio tra il lettore e la storia, ma che lo faciliti senza farsi notare.

Appartieni ai pochi che vivono della loro scrittura (narrativa, corsi e traduzioni): qualche consiglio per chi aspira alla tua stessa condizione.

Il consiglio è sempre lo stesso: scrivi quello che ti piace e non quello che pensi possa “vendere”.

Il mondo editoriale è troppo imprevedibile, il fattore C è determinante e le possibilità di insuccesso sono elevate. Se ti va bene, sei felice perché hai scritto quello che volevi e hai avuto successo. Se ti va male, puoi consolarti pensando che comunque hai scritto una storia che avevi dentro. Pensa se dovesse andarti male dopo aver perso mesi o anni della tua vita a scrivere un libro che non volevi scrivere…

Il successo: ci sono strategie per prevederlo o è in totale balia della fortuna e dei gusti, non sempre indovinabili, dei lettori? Data per buona la qualità di un libro, quanto, per il successo dello stesso, è importante che la casa editrice vi investa sopra?

Il successo si può costruire, come dimostrano le case editrici che ormai ogni anno puntano tutto su un libro e mirano a creare il “caso”. Tuttavia, a parità di investimento pubblicitario, ci sono libri che superano abbondantemente le aspettative di vendita e libri che le deludono. Il che significa che il pubblico, anche se si lascia suggerire il titolo da acquistare, non si lascia pilotare in modo passivo. Insomma, la pubblicità è importante ma non è tutto, per fortuna…

Mondino avrà un seguito?

Credo che la trilogia sia la dimensione giusta per questa saga. Ma in futuro non si può mai dire. Se mi prende la nostalgia di Mondino e Gerardo, li faccio tornare. Il bello del lavoro di scrittore è anche questo, no?

Progetti?

Sto lavorando a un romanzo storico ambientato nel XVII secolo, non thriller, stavolta. Sembra una differenza da poco, invece è enorme, almeno per me. Comunque è troppo presto per parlarne. Sto ancora provando a trovare lo stile giusto, adatto a un romanzo di questo tipo senza rinunciare al mio gusto per la suspense e i colpi di scena. In ogni modo stavolta mi prendo più tempo: il libro uscirà nel 2013, se sopravviviamo alla fine del mondo prevista per il 2012.