Sarà in libreria dai primi di febbraio il famoso romanzo Il Grinta (True Grit, 1968) dello scrittore americano Charles Portis.

La pubblicazione avviene in contemporanea con l'uscita in Italia dell'atteso film dei fratelli Coen.

Una storia violenta e avventurosa, comica e irresistibile, narrata con la voce sorprendente di una ragazzina di quattordici anni.

Il romanzo fu pubblicato per la prima volta a puntate sul Saturday Evening Post e immediatamente appassionò i lettori entrando a far parte di quelle leggende che durano nel tempo e sono gradite da tutti rispecchiando in pieno lo spirito avventuroso degli americani.

E' un romanzo che si legge d'un fiato e  ha lo stesso carattere della sua indimenticabile protagonista: è eccentrico, diretto e risoluto, comico e irresistibile. Un romanzo che non a caso ha attratto intere generazioni di lettori e noti cineasti, da Henry Hathaway, che ne fece un film che valse a John Wayne l'unico premio Oscar della sua carriera, fino ai fratelli Coen, con la loro magistrale e fedelissima trasposizione cinematografica.

La storia la racconta la stessa protagonista, una ragazzina di nome Mattie Ross che molto coraggiosamente prese la decisione di vendicare la morte del padre ucciso e rapinato da un poco di buono.

Così mette mano ai risparmi di famiglia e in città dove ingaggia un vecchio sceriffo con un occhio solo e mezzo alcolizzato, si chiama Rooster Cogburn detto il "Grinta" con la fama di implacabile cacciatore di uomini. Poi Mattie incontra un ranger texano, La Boeuf anche lui in caccia dello stesso criminale che gli ha ucciso il padre.

Con qualche difficoltà i tre riescono ad andare d'accordo e partono per la caccia, sarà un'impresa lunga e dura prima di poter scovare l'assassino.

Charles Portis è nato nel 1933 in Arkansas, dove vive tuttora. Ha prestato servizio nella marina militare durante la guerra in Corea. A Londra è stato caporedattore, come Karl Marx nel 1850, del New York Herald Tribune per cui ha scritto anche in veste di reporter. Tra i suoi romanzi, considerati dei classici, si ricordano Norwood, Masters of Atlantis, The Dog ofthe South e Gringos.

Un brano:

 

La gente fatica a credere che una quattordicenne possa lasciare la propria casa d'inverno e andarsene in giro a rivendicare il sangue del padre. Allora non sembrò poi così assurdo, sebbene sia consapevole che non accada tutti i giorni. Ero appena una quattordicenne quando un codardo, un certo Tom Chaney, sparò a mio padre a Fort Smith, in Arkansas, togliendogli la vita e derubandolo del suo cavallo, oltre che di 150 dollari e due monete d'oro infilate nella cinta dei pantaloni. Ecco quanto è successo. Eravamo allora in possesso di circa 480 acri del fondo di un terreno sulla sponda sud del fiume Arkansas, non lontano da Dardanelle, nella contea di Yell. Tom Chaney era un affittuario che svolgeva attività illecite ben lontane dall'essere condivise. Un giorno che era a cavallo di un grigio su una coperta sudicia e reggendo una fune di cavezza invece di una briglia, si mostrò molto affamato. Mio padre provò compassione e gli offrì un impiego, oltre a un posto in cui vivere. Era un vecchio casotto del cotone costruito attorno a un'unica capanna dal tetto robusto. Tom Chaney disse di provenire dalla Louisiana, era un uomo di statura modesta e dai tratti cattivi.

 

Nel secolo del mitico far west, nelle terre selvagge dell'Arkansas, al confine con lo sterminato Territorio Indiano - rifugio di ladri di cavalli, rapinatori di treni e battelli a vapore, assassini bianchi e meticci braccati da feroci cacciatori di taglie - si aggira Mattie Ross, un'impertinente «mocciosa di quattordici anni... capace di andarsene di casa in pieno inverno per vendicare la morte del padre».

Non più alta di un soldo di cacio, la Colt da dragone di suo padre nel sacchetto dello zucchero, Mattie si presenta un giorno al cospetto di un vecchiaccio con un occhio solo, un abito nero impolverato e un distintivo sul panciotto. È Reuben Cogburn, detto da tutti il Grinta... lo sceriffo più cattivo, duro e spietato che vi sia, uno che non sa che cosa sia la paura, l'uomo giusto, insomma, per scovare l'assassino del padre e restituirlo all'altrettanto dura legge del giudice Parker.

Cento dollari e Cogburn sarebbe bell'e che assoldato se non comparisse all'orizzonte LaBoeuf, un ranger texano, un bel tipo sulla trentina con gli occhi azzurri, il ciuffo ribelle e un sorrisetto cosi compiaciuto da far venire i nervi a chiunque, non solo alla piccola Mattie.

LaBoeuf, che sta dando la caccia allo stesso assassino per conto della famiglia di un'altra vittima, seduce il Grinta con la prospettiva di una lauta spartizione della taglia, e a Mattie non resta che rassegnarsi alla sua presenza.

Un vecchio sceriffo, un altezzoso e affascinante ranger e una ragazzina che non sa sparare ma sa montare a cavallo come un vero cowboy e in più sa leggere, scrivere e recitare a memoria brani della Bibbia, partono dunque per una caccia che potrebbe essere senza ritorno, ma a cui nessuno dei tre accetterebbe mai di rinunciare, nonostante la fatica, il clima del deserto, i pericoli che uomini e animali - selvaggi tanto gli uni quanto gli altri - mettono sul cammino dell'improbabile ma inesorabile terzetto.

Il Grinta di Charles Portis (True Grit, 1968)

Traduzione Marco Rossari

Giano, collana Blugiano, pagg. 175, euro 15,00

ISBN 978-88-6251-077-6