Sono in libreria per la Gargoyle Books due nuovi titoli: I vampiri di Ciudad Juarez e Varney il vampiro - L'Inafferrabile. Si tratta del nuovo folgorante romanzo di Clanash Farjeon, l'autore de Le Memorie di Jack lo Squartatore, e del secondo volume della trilogia di Varney di Thomas Preskett Prest e James Malcolm Rymer, il caposaldo della letteratura vampirica finalmente in edizione italiana. 

I vampiri di Ciudad Juarez di Clanash Farjeon (Gargoyle Books)

Traduzione di Chiara Vatteroni  

pag 294 - euro 14,00 - ISBN 978-88-89541-43-2

Primavera 1997, Michael Davenport, bizzarro videoreporter inglese alla perenne caccia di scoop, riesce a farsi spedire negli USA da "Enigma", rivista per cui lavora altrettanto bizzarra, con l'impegno di rientrare con almeno un paio di reportage strepitosi.

Dopo il volo Londra-Miami, il giornalista raggiunge in pullman El Paso, lì un altro autobus lo porterà a Los Angeles dove è previsto il suo soggiorno presso una coppia di amici. Nella bordertown texana, Michael filma lo spettacolare paesaggio desertico di confine, imbattendosi in una maestosa tigre siberiana, la cui bellezza lo ipnotizza al punto da inseguirla d'impulso oltrepassando la frontiera e ritrovandosi a Ciudad Juarez. Nella piazza principale della città messicana, Michael riprende il formidabile felino mentre scompare in una limousine bianca fermatasi appositamente a prelevarlo. Nel filmato prodotto il giornalista intravede la sagoma di un uomo elegante all'interno della vettura; quello che gli appare come un innocuo dettaglio si rivela, invece, un boomerang dal momento che di li a poco Michael viene assalito e derubato della videocamera e del passaporto. Mandante dell'aggressione è proprio il proprietario di El Tigre: Amado Portillo Perez, capo del cartello della droga di Ciudad Juarez. Amado è impegnato in una trattativa con dei narcotrafficanti russi. Per riavere la refurtiva, Michael deve fare la sua parte nel delicato negoziato, scoprendo così un mondo di perdizione e violenza inimmaginabili, all'insegna di rituali aberranti e di insospettabili connivenze, dove niente è come sembra.

The Vampires of Ciudad Juarez è il primo episodio di una trilogia che comprende The vampires of 9/11 e The Vampires of the Holy Spirit, i primi due titoli sono già stati pubblicati in Canada e Stati Uniti, mentre l'ultimo è in fase di stesura. Nel 2011 è prevista la traduzione italiana del secondo capitolo per i tipi Gargoyle.

Come per Le Memorie di Jack Lo Squartatore (2008), Farjeon ricorre a un micidiale mix di ferocia e perversione per raccontare di una società degradata; se però il primo romanzo era ambientato in epoca vittoriana, il secondo si svolge alle soglie del terzo millennio nella messicana Ciudad Juarez, al confine con gli Stati Uniti, la più pericolosa città del mondo secondo recenti statistiche, che diventa lo scenario paradigmatico di un incubo narrativo postmoderno.

Zona-corridoio dove transita ogni tipo di sostanza stupefacente - un macrobusiness stimato in 25 miliardi di dollari - nonché sfondo di febbrile via vai di migliaia e migliaia indocumentados, che varcano la frontiera illegalmemente per essere spesso ricacciati indietro o sfruttati impietosamente negli USA, da decenni - specie dopo gli accordi NAFTA del 1994 che hanno esteso il libero commercio oltre che agli USA e al Canada anche al Messico con esiti assai controversi - la tentacolare Ciudad Juarez è una metropoli che collassa nella violenza e in uno stato sempre più avanzato di disintegrazione sociale. Una devastazione a tal punto massiccia da interessare l'intera popolazione: mentre la classe dirigente (politici, magistrati, finanzieri), le alte cariche amministrative e le forze dell'ordine risultano sempre più corrotte e colluse con attività criminali, i ceti meno abbienti ingrossano le fila della manovalanza armata al servizio del cartello della droga di Juarez in una guerra, senza esclusioni di colpi e di cruente ritorsioni, contro gli altri cartelli messicani (quasi 23.000 morti negli ultimi tre anni) per il controllo del narcotraffico nel Paese. Dal 1993, inoltre, a Ciudad Juarez è in atto un vero e proprio femminicidio di donne povere, in prevalenza giovanissime operaie delle numerose maquiladoras (fabbriche d'assemblaggio di componenti per l'elettronica destinato al mercato straniero) gestite da multinazionali. Quando non orribilmente trucidate (dopo essere state ripetutamente stuprate, seviziate e sfigurate), queste giovani scompaiono nel nulla e, fatta eccezione per lo strazio delle famiglie, nella acquiescenza generale. Dati ufficiali indicano in oltre 400 le ragazze uccise e in circa 600 le desaparecidas, ma è assai probabile che la stima reale sia, invece, di diverse migliaia di donne.

Omertà istituzionale e complicità della polizia bloccano sistematicamente il procedere delle indagini e, malgrado la continua campagna di sensibilizzazione di organizzazioni umanitarie come Amnesty International, quest'implacabile mattanza seguita a non essere sufficientemente intercettata dalla maggior parte dei grandi media.

È sintomatico che a supplire il ruolo informativo siano il giornalismo d'inchiesta che ha sempre meno spazio (spiccano i lavori di Charles Bowden e del fotografo Jualian Cardona - fonti d'ispirazione per Clanash Farjeon -, di Sergio González Rodríguez, di Victor Ronquillo, e di Marc Fernandez e Jean-Christophe Rampal), il cinema (Bordertown, film di Gregory Nava del 2007 fortemente voluto da Jennifer Lopez che lo ha anche interpretato) e la letteratura.

Non era facile scrivere narrativamente di femminicidio e narcoterrorismo, ma Farjeon ci riesce in pieno imbastendo un'originale trama horror dove suspence e denuncia si intersecano agevolmente e dove l'elemento vampirico è chiaramente utilizzato per descrivere ancora più incisivamente tutto il torbido e le brutture che stanno attorno all'esercizio di un potere illimitato e disumanizzante, nella fattispecie quello degli esponenti di una famiglia di signori della droga, che le fattezze vampiriche rendono ancora più inquietanti.

A fare da contraltare a tutto ciò un umorismo caustico, suscitato in specie dalla figura dello strampalato protagonista, dunque l'orrore più cupo e raggelante di certe situazioni volge sovente al grottesco, come a dire che, contrariamente alla realtà, almeno nella fiction c'è, attraverso la vis comica, la vitalistica possibilità di creare un limite al male.

 

Clanash Farjeon è l'anagramma dell'attore britannico Alan John Scarfe. Nato nel 1946, si trasferisce ancora bambino in Canada. Formatosi all'Università britannica della Columbia e all'Accademia di Arte Drammatica di Londra, è conosciuto soprattutto come fine interprete del teatro classico - Marlowe (Faust) Shakespeare (Bruto, Amleto, Otello, Iago, Re Lear, Prospero Faust), Cechov (lo zio Vanja), Strindberg, Pirandello, Brecht, Beckett, Williams, Osborne, Pinter - ma è anche autore di diverse regie teatrali. Ha recitato in più di 40 film e in innumerevoli serie TV, tra cui Star Trek: Voyager e Star Trek: The Next Generation, in quest'ultima accanto alla moglie Barbara Macza, in arte March, attrice di origini polacche, anch'essa di formazione teatrale. La coppia ha due figli, Jonathan, attore, e Tosia, cantante d'opera con la passione per il rock.

Nel 2003, Scarfe ha pubblicato il suo primo romanzo, A Handbook For Attendants On The Insane, che Gargoyle ha proposto nel 2008 con il titolo Le memorie di Jack Lo Squartatore, incontrando un ottimo successo di lettori e di critica. 

 

Varney il vampiro - L'Inafferrabile di Thomas Preskett Prest - James Malcolm Rymer (Gargoyle Books)

Traduzione di Chiara Vatteroni - Introduzione di Fabio Giovannini

pag 513 - euro 16,00 - ISBN 978-88-89541-46-3

 

ll secondo volume, dal sottotitolo "L'inafferrabile", è costituito dai capitoli 66 a 126 (con un salto dal cap. 123 al 126 che, secondo la scelta editoriale di attenersi il più possibile alla struttura originaria, è stato mantenuto) si apre con l'introduzione "Varney il contaminatore"  di Fabio Giovannini - tra i massimi esperti di cultura vampiresca, nonché curatore, nel 1993, di una miniedizione di Varney, comprendente 4 dei 237 capitoli dell'opera - il quale, in linea con le sue ricerche, si sofferma soprattutto su come il vampiro letterario Varney abbia impattato con le altre forme artistiche e della comunicazione.

Nel secondo libro vengono approfonditi i legami tra la famiglia Bannerworth e Sir Francis Varney, da tutti ritenuto un vampiro, la cui  figura è sempre più caratterizzata da inafferrabilità e predisposizione a mutare costantemente identità.

Sviluppo della trama e stile letterario si raffinano, in parallelo ad un maggiore consolidamento della factory degli autori. Factory che - ricordiamo - è assai probabile che non fosse formata soltanto da James Malcolm Rymer e Thomas Preskett Prest, ma da un gruppo di poligrafi più numeroso che lavorava a soggetto, in prevalenza sulla base di un canovaccio in continua modifica (ampliamenti, rallentamenti e impennate del ritmo narrativo, provocazioni verbali, colpi di scena), aderendo allo spirito del feuilleton, e andando incontro alle aspettative e ai gusti di un pubblico di massa.

Costante se non maggiormente scoperto è l'intento paternalistico-didascalico di chi scrive per chi legge (un popolo oltre che da alfabetizzare, anche da acculturare secondo una preciso conformità valoriale), assieme all'afflato di giustizia (personificato soprattutto dall'ammiraglio e dalla giovane Flora).

 

Liberato da Varney, Charles Holland torna dalla fidanzata Flora Bannerworth e dallo zio ammiraglio Bell, dopo aver rinchiuso nella prigione sotterranea, dove era stato egli stesso tenuto, il villain Marchdale, destinato a perire miseramente sotto il crollo delle pareti della cella.

Bannerworth Hall, ormai deserta dopo la fuga dei legittimi proprietari in un cottage non lontano, viene visitata da personaggi misteriosi, tutti in qualche modo legati a  Sir Francis Varney. Quando il dottor Chillingworth tenta di portare via il grande ritratto, somigliante allo stesso Varney, collocato nella camera da letto di Flora, viene aggredito e rapinato. Il medico chirurgo rivelerà, inoltre, di avere già conosciuto il vampiro a Londra: alla ricerca, con l'ausilio di un boia, di cadaveri su cui compiere esperimenti, aveva avuto l'impressione di resuscitare un criminale appena impiccato, lo stesso vampiro.

La testimonianza è confermata dall'arrivo in scena del boia, che ricatta Varney, e dal racconto fatto da quest'ultimo a Charles Holland, che è riuscito a rintracciarlo: assieme a Marmaduke Bannerworth, il pater familias morto suicida, egli aveva partecipato a un'azione criminosa per recuperare un'ingente somma di denaro persa al gioco, edera stato catturato e condannato a morte.

A Bannerworth Hall è nascosto probabilmente il denaro rubato, mai recuperato. Nuovamente inseguito dalla folla, Varney si rifugia nel cottage dei Bannerworth, stabilendo con essi un raporto di reciproco rispetto, ma poi scompare di nuovo, mentre Charles e Flora possono finalmente sposarsi. Intanto,  ad Anderbury, una cittadina di mare a circa venti miglia da Bannerworth Hall, fa la sua comparsa un misterioso e ricchissimo nobiluomo, il barone Stolmuyer di Salisburgo, che si appresta alle nozze con una bellezza del luogo, Helen, figlia dell'avida vedova Williams...